'Le Grazie', Canova'Le Grazie', Canova

Milano in mostra – In questo momento nella prestigiosa sede espositiva di Palazzo Reale si possono visitare due mostre dai caratteri forti ed affascinanti. Un viaggio nell'arte del nostro secolo tra il neoclassicismo di Antonio Canova, alla rivoluzione del mondo data dall'avvento del futurismo. E proprio in questi giorni si è inaugurata al Palazzo delle Stelline una mostra che guarda agli ultimi 20 anni di Mario Sironi, opere ai più sconosciute.

Atmosfera da Ermitage – Musica di sottofondo e luce bassa. Sguardi silenziosi di statue che sembrano essere vive. Armonia e grazia si leggono nelle sculture di Antonio Canova costruite su quegli ideali tipici del neoclassicismo secondo i dettami di Winckelmann. Nelle lussuose sale del palazzo, volutamente scelte per ricreare l'atmosfera sontuosa dell'Ermitage ottocentesco, sono in mostra 7 statue realizzate dall'artista veneto. A coronare queste meraviglie lavori di scultorei contemporanei: Luigi Bienaimè, Carlo Finelli, Pietro Tenerani, Giovanni Antonio Cybei, Lorenzo Bartolini, Giovanni Duprè e allievi del noto Thorvaldsen, altro illustre protagonista della stagione neoclassica romana. E se ad accogliere i visitatori è la ‘Danzatrice con le mani sui fianchi', esposta anche al Salon di Parigi nel 1812, il ricordo più vivido della mostra sarà dato da ‘Le Grazie' (1813-16). Tre leggiadre donne diventate emblema di sensibilità moderna, lontano da quell'ideale di bellezza che caratterizzava la fortuna creativa del primo Canova. In mostra la crescita dell'artista, che ha visto parte delle sue opere diventare proprietà della corte degli Zar di Russia, grandi mecenati a partire da Alessandro I affascinati dall'arte italiana.

'Scogliera', M.Sironi'Scogliera', M.Sironi

La visione totale di FuturBalla – Ricca l'esposizione che presenta l'arte di Giacomo Balla. Dall'impronta divisionista alla piena visione futurista e oltre se possibile. Partendo dall'immagine della grande esposizione universale di Parigi, evento che incuriosisce particolarmente l'artista, si giunge dopo un viaggio che ha dell'avventuroso, agli anni del dopoguerra quando Balla sperimenta l'astrattismo nella ricerca dei colori e delle emozioni – sensazioni che essi forniscono. Un passaggio obbligato dal futurismo. Da quelle idee, visioni, esperimenti che cercano in ogni modo di spiegare la realtà, quella vera, quella quotidiana. Quella dello spazio e del tempo. Il futurismo, riconosciuto come prima vera avanguardia artistica, trova fondamenta a Milano nelle idee del rivoluzionario Filippo Tommaso Marinetti. E' il 1909 quando viene pubblicato il Manifesto del Futurismo. Meno giovane di Boccioni e di altri futuristi, Giacomo Balla prende parte al gruppo. Eclatanti e primi esempi in mostra a Palazzo Reale ne sono ‘Bambina che corre sul balcone' (1912) e la serie di ‘Voli di rondini', degli stessi anni. Molti gli studi fatti su colore e sulle forme che giocano nello spazio. Significativi i titoli delle varie sezioni espositive: ‘analisi movimento', ‘studi movimento delle luce', ‘velocità meccanica', ‘vortici e rotazioni celesti'. Si giunge poi alla totalità del respiro ideologico futurista, descritto chiaramente nel Manifesto dell'Universo Futurista, firmato Balla e Depero, 1915. Questo coinvolgeva la vita quotidiana, la moda e il teatro. La nuova arte come atto di comunicazione e come modo di vivere. In mostra testimonianze di ‘arte postale', cartoline e lettere testimonianza di corrispondenza eclettica tra Balla e amici noti e non. Un manifesto totalmente dedicato al teatro, che rivede i costumi di scena ma anche gli abiti degli attori. Curioso l'omaggio dell'artista ad un caro amico e compagno di viaggi, eseguito dopo la sua scomparsa: ‘Il pugno di Boccioni', scultura emblema dello sforzo dell'innovativo scultore di allontanarsi dal passato. Balla usa la sua arte come propaganda della sua posizione politica, apertamente schierata su posizioni patriottiche e nazionalistiche, da qui le sue opere-manifesto degli anni '20. Una mostra completa, interessante, divertente. Perché il futurismo, con Balla in prima linea, è stato un pilastro forte della crescita italiana, perché mostra il lato divertente della quotidianità, l'estrosità troppe volte repressa.

Presentazione mostra SironiPresentazione mostra Sironi

Quando si spegne un artista – Cosa succede quando tutto quello in cui credi e credi fortemente crolla drasticamente? Sono gli anni '40. Il regime fascista cade. E con esso cadono le aspettative di chi ne era davvero convinto. Uno fra tutti Mario Sironi, pittore nato a Sassari nel 1885, ma cresciuto artisticamente nella metropoli milanese. La Fondazione Stelline ha voluto ricordare e rendere noto l'ultimo periodo dell'esistenza dell'artista. Quell'arco di tempo tra il 1940 e il 1950 quando nella sua pittura c'è tutto il trasporto negativo, la delusione, il senso di abbandono, la solitudine di fronte alla caduta delle ragioni di vita. "Sironi apparteneva a quel modo etico di fare l'artista all'interno di un grande progetto. Era fortemente legato alla figura di Mussolini, aveva dato colore, forma, volume all'architettura fascista, che quando tutto questo crolla, si ritira dalla vita pubblica", spiega Claudia Gian Ferrari, curatrice della mostra a fianco di Elena Pontiggia. Il confronto con il grande Picasso è inevitabile: "A differenza di Picasso, Sironi ha avuto il coraggio di sporcarsi le mani con la storia", sottolinea la Gian Ferrari. Un lavoro nuovo di ricerca di ricostruzione storica e biografica è stato eseguito da Elena Pontiggia in occasione di questa esposizione, che invita il pubblico a rapportare i noti paesaggi urbani di Sironi datati anni '30, con quelli qui esposti, dove l'uomo è oppresso in uno spazio angusto. Dove l'umanità non è più in grado di costruire, non solo una città, ma nulla nella maniera più assoluta. E' anche grazie a questa mostra che l'Assessore Sgarbi sottolinea l'offerta artistica milanese. Il critico spiega come Sironi alla caduta dei suoi ideali di vita abbia espresso veramente se stesso, là dove il suo impegno di pittore civile, nel vero senso della parola si è tramutato in impegno per la morte.

Mario Sironi
‘Gli anni '40 e '50. Dal crollo dell'ideologia agli anni dell'Apocalisse'

A cura di Claudia Gian Ferrari e Elena Pontiggia
Fondazione Stelline
29 febbraio – 25 maggio
Corso Magenta, 61
Milano
Orari: da martedì a domenica 10.00/20.00 (lunedì chiuso)
Info. 02-45462411
www.stelline.it

‘Balla. La modernità futurista'
Palazzo Reale
Fino al 2 giugno 2008
Tutti i giorni 9.30-19.30. Lunedì 14.30-19.30. Giovedì 9.30-22.30.

'Canova alla corte degli zar. Capolavori dall'Ermitage di San Pietroburgo'
Palazzo Reale
Fino al 2 giugno 2008
Tutti i giorni 9.30-19.30. Lunedì 14.30-19.30. Giovedì 9.30-22.30.