'Le amiche di Paola''Le amiche di Paola'

Esordio a Busto – Approda a Busto Arsizio l'arte di Massimo Bini, recentemente intervistato su ArteVarese. Nato a Milano nel 1961, attualmente vive e lavora a Tradate. Da una decina di anni si dedica con passione alla pittura e questa per lui è la prima mostra in quel di Busto Arsizio: fino al 6 giugno sarà infatti possibile ammirare i suoi lavori negli spazi del Colombo Caffè. Per l'occasione l'artista ha pensato di proporre una sintetica panoramica del suo percorso artistico, con alcune delle sue opere più datate, ma anche con numerose opere recenti, realizzate nel corso degli ultimi mesi. Il curatore, l'architetto Paolo Torresan, definisce il lavoro dell'artista come "una ricerca di sensazioni forti e sentimenti prorompenti".

La sfera dei sentimenti – Massimo Bini nelle sue opere si fa narratore ed interprete di quelli che sono i rapporti umani. Centrale, dunque, nei suoi quadri è la figura, attraverso la quale Bini si fa indagatore acuto e sensibile della sfera dei sentimenti, delle relazioni tra individui, delle affinità elettive, nelle loro molteplici sfaccettature. Le opere di Bini non vogliono, dunque, porre l'accento sul singolo individuo, ma celebrano piuttosto l'atto dell'incontro, del dialogo tra esseri umani. "Nei miei lavori mi piace raffigurare il mio mondo, le situazioni che vivo, a cui assisto, le dinamiche tra le persone, trasferendole nel quadro con un velo di umorismo" dichiara Bini.

'Paper 4''Paper 4'

I maestri del passato – Nel rappresentare la figura, Bini si ispira ai grandi maestri del passato, in particolare a Cézanne e a Modigliani, nella capacità di tratteggiare in maniera sintetica, attraverso pochi gesti ed un segno deciso, i volumi e i volti dei suoi personaggi. Nei disegni del 2010 notiamo però una virata verso uno stile picassiano, ancor più grafico ed elementare e dal carattere decisamente giocoso ed ironico. Altrettanto essenziale si rivela la tavolozza impiegata dall'artista, fatta prevalentemente di toni bruni, terrosi, sempre più in direzione del monocromo. 

  
Homo faber – Il percorso individuato dalle opere in mostra rivela, inoltre, l'abilità dell'artista nello sperimentare diverse tecniche espressive, utilizzando vari supporti: dalle opere a olio, su carta, tela o su tavola, ai disegni a china e alla serie "papier". Bini si dimostra così "homo faber estremamente eclettico" che ama valorizzare il supporto su cui interviene, lasciandosi anche ispirare da questo nella scelta dei colori, nelle vibrazioni del gesto. "Così si spiegano tecniche diverse, ma sempre incentrate sulla volontà di descrivere sensazioni, di penetrare sentimenti, di descrivere amore, dolore e gioia, di ricercare il complesso linguaggio del rapporto tra uomo e donna e degli uomini tra di loro" chiosa Torresan.  
Ricerca, serietà, impegno – E' un talento innegabile quello di Massimo Bini e quasi si stenta a credere che abbia iniziato a dipingere solo qualche anno fa. La qualità delle sue opere rivela che alle spalle ci sono una ricerca, uno studio ed un impegno davvero non indifferenti, di chi con umiltà ha forgiato da sé il proprio stile, guardando ai grandi maestri dell'ottocento e del novecento, per imboccare il difficile cammino dell'arte ed infine trovare la propria strada. Chiacchierando con Bini riusciamo perfettamente a cogliere quel dono speciale che fa di un pittore un artista: la passione, pura, incontenibile, che si tramuta in gesto, segno, figura, dando forma, come per magia,  a quello strano teatro che è la vita dell'uomo.  

Massimo Bini
3 maggio – 6 giugno 2010
Colombo Caffè
via Milano 2, Busto Arsizio (VA)  
Orari: mar-ven 8-21; sab 8-13/16-21; dom 9-13/16-21