F.Greco, 'Catalogoreperti', 1975F.Greco, 'Catalogoreperti', 1975

Archeologi del contemporaneo –  Produrre, muoversi, creare, distruggere, trasformare. Dagli anni Settanta ad oggi l'esistenza dell'uomo è segnata sempre più dall'azione del fare. Un fare ossessivo e compulsivo, che origina prodotti, ma anche scarti o rifiuti, in un tempo sempre più ridotto che non lascia spazio a ripensamenti, riflessioni e ricordi. Tale è la velocità e il desiderio irrefrenabile di spingersi oltre, nel futuro, che quel appare moderno oggi, può risultare già vecchio domani. E' davvero così per tutti? Siamo in un sistema del quale proprio non possiamo fare a meno? Può darsi, ma può darsi anche che nel fragorìo della vita odierna, qualcuno osservi, rifletta, raccolga e conservi il frutto di culture lontane nel tempo, ma anche di quelle a noi più prossime, che si appropri, cioè, di reperti del contemporaneo. E' questo che "Archeologie del Contemporaneo", quasi un ossimoro, vuole mostrare: sei artisti internazionali, in qualità di archeologi del nostro recente passato, messi a confronto sullo spietato trascorrere del tempo e sul valore della memoria collettiva ed individuale, attraverso l'arte delle loro discipline, scultura, disegno, fotografia, pittura e installazione, e le loro sensibilità.

Accostamento armonico – "Il tema non è nuovo, ha origine negli anni Settanta del Novecento -alcuni dei lavori in mostra, pur inediti, risalgono infatti a quel periodo-, ma l'idea di far dialogare le opere di Anne e Patrick Poirier, Ferdinando Greco, Elisabeth Scherfigg, Federico Simonelli, Alexander Brodsky e Denis Pronduel, però lo è. Ed altrettanto nuova, omogenea ed armonica è l'atmosfera che traspare dall'accostamento dei loro lavori", dichiara Marina Affanni della Galleria Il Chiostro Arte Contemporanea.

A. Brodky, 'Tea Bags', 2006A. Brodky, 'Tea Bags', 2006

Riflessioni su tempo e memoria recenti – Il tema della memoria collettiva ed individuale attraversa l'arte concettuale di Anne e Patrick Poirier. Nel ruolo interscambiabile di scultore o pittore, architetto o archeologo, i due artisti francesi hanno prodotto foto e diari, che si configurano come cataloghi di reperti, raccolti nei luoghi dell'antichità archeologica per eccellenza, Grecia e fori romani, e comunque in ogni dove a noi contemporaneo: in città , parchi, paesaggi naturali. "Cataloghi reperti" è invece il titolo delle serie di sagome urbane, decalcate su pvc e trasposte su tela da Ferdinando Greco. Le impronte dei tombini esibiti dall'artista italiano al Chiostro sono impronte di città: pur presenti negli arredi urbani odierni, odorano già di passato, di una cultura, quella occidentale, fondata sulla produzione industriale, di una civiltà complessa già elevata a storia e memoria nel momento stesso in cui si forma ed evolve. Sorta di impronte urbane non molto lontane nel tempo sono anche quelle dell'architetto e designer russo Brodsky: tre papier maché di piante di case russe che davano riparo ai rifugiati durante il regime russo, parlano della grande storia, condivisa in forma maggiore o minore da molti,

Scherffig, 'Senza titolo', 2006Scherffig, 'Senza titolo', 2006

se non da tutti. E a ricordarci quanto sia fragile e labile la memoria di fatti, persone o cose accadute e vissute, anche solo qualche anno fa, è l'installazione su tavolo dello stesso Brodsky: volti e scritte compaiono su bustine da the essiccate. Le piccole case di cemento realizzate da Denis Pondruel inneggiano alla capacità dell'uomo di costruire cose perfette, le scritte luminose che vi appaiono come per incanto all'interno ne rompono tuttavia la rigidità e la perfezione. Ferraglie, oggetti obsoleti che spuntano dal sottosuolo, tubi urbani, cantieri cittadini sono i soggetti dei disegni monocromi dettagliatissimi di Elizabeth  Scherfigg, mentre i calchi di profili umani incorniciati da copertoni Pirelli, realizzati dal più leopardiano della sestina artistica fanno riflettere a lungo, tanto più soffermandosi sulla scritta che li accompagna: "se avessi immaginato". La modernità, la velocità, la conquista, l'eroismo effigiati in quei profili di imperiale memoria e nel ritrovato della gomma per ruote di autoveicoli, sono crudamente riportate alla realtà dalla lapidaria frase, espressione del rammarico di quel che volontariamente o involontariamente siamo diventati, e supposizione che velatamente sembra porre la domanda: "vogliamo essere veramente eroi di questi tempi moderni?".

"Archeologie del Contemporaneo" Mostra collettiva
Il Chiostro Arte Contemporanea
Viale Santuario 11 Saronno (VA)
Inaugurazione sabato 15 maggio 2010 ore 18
Periodo: 16-26 giugno 2010
Orari: da martedì a venerdì ore 10-12.30; 16-19; sabato e domenica 10-12.30 e il pomeriggio su appuntamento Ingresso libero
Info: http://www.ilchiostroarte.it/  info@ilchiostroarte.it tel.: 029622717