La copertina del volumeLa copertina del volume

Fin dalle origini – "Si può forse mangiare un cibo senza sale?" si legge nella Bibbia (Giobbe VI,6). Diffuso presso tutti gli insediamenti umani, elemento biologicamente necessario, il sale, anche nei secoli di più esigua consistenza dei traffici mercantili, è stato fonte di speculazioni e di guadagni. Da qui la possibilità di sfruttare a fini fiscali i centri produttivi e soprattutto dei canali commerciali con l'imposizione di tasse ed obblighi di ogni sorta.

Dal mare ai laghi
– Non a caso, per favorire il suo commercio è sorta nel tempo una fitta rete di strade che portavano ovunque, lungo le quali trovavano poi diffusione altri prodotti.
Le strade del commercio, tradizionalmente conosciute come ‘vie del sale', partivano dalle coste liguri e si inoltravano attraverso gli Appennini sino alla Pianura Padana, spesso risalendo fiumi e canali navigabili, oppure praticando strade, a volte ufficiali, altre volte di ‘sfroso', legate al contrabbando e non prive di rischi. Arrivate alla regione dei laghi, attraversavano i passi alpini per arrivare un Svizzera.

L'esattezza dei cartografici
– La situazione politica di quei tempi (dal XVI al XVIII secolo), a causa di guerre e contese, portava a continui assetti territoriali e quindi a mutazioni di appartenenza, assoggettando tali strade a giurisdizioni sempre diverse con conseguenti cambi di dazi e gabelle, esenzioni e privilegi, diritti di proprietà e diritti d'uso che regolamentavano il passaggio di uomini e merci. Ciò ha finito per richiedere una precisa definizione dei confini ed un disegno sempre più preciso del territorio che la cartografia ha tradotto nelle sue varie forme.

La certosina pazienza – La Nomos Edizioni di Busto, più volte segnalatasi per le sue pregevoli ‘chicche', ripropone ora l'argomento in uno splendido volume dal titolo "Lungo le antiche strade. Vie d'acqua e di terra tra Stati, giurisdizioni e confini nella cartografia dell'età moderna".
La pubblicazione appare pregevole sotto diversi aspetti. Innanzitutto per la ricchezza della documentazione e delle illustrazioni, con vedute di scorci paesaggistici
ed incisioni che raccontano di ‘modi del viaggiare. Il materiale cartografico, per lo più inedito, proviene dagli Archivi di Stato di Genova, Torino, Milano, dall'Istituto Geografico Militare di Firenze, dall'Archivio Doria Pamphilj di Roma e dalla Raccolta Bertarelli. Si tratta di mappe acquarellate ed a varia scala, suggestive per originalità e libertà espressiva, che descrivono con certosina pazienza tracciati viari, corsi d'acqua, colture, piccole comunità e feudi impensabili (come Maccagno Inferiore) porti di riscossione lungo il Sesia ed il Ticino (Boffalora).

La perdita della memoria – Alla stesura, sotto il coordinamento di Marina Cavallera, docente all'Università degli Studi di Milano, hanno collaborato illustri cattedratici, quali Angelo Torre, Vittorio Tigrino, Luca Giana, Blythe Alice Raviola, Giuseppe Cattanei ed Andrea Bruno. In questa articolata ricerca la cartografia diventa strumento di lettura storica di realtà politiche economiche e geografiche di cui si è perso il ricordo nel corso del tempo.

"Lungo le antiche strade.Vie d'acque e di terra tra stati, giurisdizioni e confini nella nella cartografia dell'età moderna'.
Nomos Edizioni, 2007
A cura di Marina Cavallera
€ 58