Luca Lischetti e la signora MorottiLuca Lischetti e la signora Morotti

Un ambiente particolare – In pieno centro storico a Daverio, proprio nella stessa piazza dove si trova l'Undergallery, c'è una nuova dimora per l'arte contemporanea: Villa Morotti. Non c'è due senza tre, ecco fatto: Luca Lischetti è il terzo artista ospitato nell'antica Villa, abitata tuttora dalla famiglia Morotti e luogo della loro attività lavorativa.
Una dimora antica, la prima ala risale al 1400, il resto al 1600, che ha deciso di aprire le sue porte agli artisti del presente, mettendo a disposizione uno spazio davvero elegante e di prestigio.

Allestimento fai da teLischetti ha inventato la sua mostra, allestendo autonomamente lo spazio e scegliendo di accostare alla sua arte un sottofondo musicale costante.
La grande sala che ospita l'esposizione ha al centro un tavolo da biliardo, piano d'appoggio che ha stimolato la fantasia dell'artista che ha creato una serie di piccole "statue-gioco" da collocarvi sopra, spezzando il vuoto che si sarebbe creato dalle sole opere parietali.
Insieme alle piccole sculture lignee una serie di disegni: uomini colorati ritratti nelle posizioni più svariate.  L'allestimento è appropriato, consente la fruibilità di tutte le opere attenuando un po' il senso di spaesamento e d'angoscia. "Forse un po' inquietante" dice l'artista.


La mostraLa mostra

Il Rosso – Rosso, rosso, rosso, che di più non si può. Ti rimane impresso quando entri e lo porti con te quando ti allontani. La forza di questa tonalità, dai riflessi fluorescenti predomina su tutto. Sono esposte le opere che raccontano dieci anni di lavoro di Lischetti, senza titoli né didascalie, perché seme e frutto di una stessa pianta. La ricerca che l'artista porta avanti, che scava nell'essere umano e ne ricava queste figure esemplari. Statue in legno cavo che a volte si appoggiano alle tavole, altre volte ne fanno parte e altre ancora sono autonome. Parti fisicamente staccate di un unicum inviolabile. Le tavole sono muri a cui l'uomo si appoggia o meno, che guarda oppure a cui volge le spalle. Nonostante l'abile manualità nel lavorare il legno, l'artista preferisce mantenere il titolo di pittore.

Un'opera in mostraUn'opera in mostra

Arte senza tempo – Le figure umane senza identità varcano la soglia del tempo. Costante ricerca di rinascita o volontà di inglobarsi in questo mondo così ostile. Non c'è un prima né un dopo, ma un evolvere dell'uomo in lotta costante con la realtà.
Valerio Dehò, nel testo critico dedicato all'artista, bene descrive le sue peculiarità: "È bene affermare che Luca Lischetti non mette in scena drammi violenti, piuttosto tutto si appoggia su di un piano emozionale che è greve d'esigenze esistenziali. La sua è una metafisica della tragedia in cui le cose e i fatti sono dati dall'interno di una logica dell'assurdo".

Non si sente né si vede – Lamentela costante di alcuni dei nostri artisti, ribadita anche da Lischetti durante una visita alla mostra: 'la città giardino che tanto appare spumeggiante in mille eventi, lascia all'arte poco spazio. L'artista non crea per vendere e non si interessa di mercato, non snatura la sua indole creativa, realizza la sua arte senza sottostare a mode o gusti. Manca il dialogo tra gli artisti contemporanei, non esistono più i grandi caffè letterari, questo è vero, ma neppure il semplice incontrarsi e confrontarsi. "La mia grande conquista è avere ogni giorno la forza di proseguire nel mio lavoro, scoprendo sempre vivo l'entusiasmo del continuare a creare", questo ci dice Lischetti. Non sempre è facile però proseguire in un luogo dove ci sono tanti occhi, ma pochi si fermano a guardare.