Marcello MorandiniMarcello Morandini

E' stata una festa. Nel suo genere, non solo una mostra, ma un occasione che forse riporta indietro nel tempo.  Quando Villa Mirabello era l'unico museo cittadino ed era buona norma che li fosse la sede per ospitare mostre annuali associative. E artisti e "buona società" per una sera si ritrovassero a conversare d'arte.

Approfittando della giornata aperta dei Musei anche la vecchia
, austera dimora sul colle del Mirabello recentamente riaperta, seppur non ancora completamente,  si è concessa all'arte contemporanea ospitando questa VareseIncomune, la pregevole iniziativa voluta dall'Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese.

Undici fotografi varesini hanno ciascuno di loro eseguito 7 scatti legati a particolati scorci architettonici della città, ciascuno dei quali è stato poi affidato in modo del tutto casuale ai componenti effettivi dell'Associazione a cui è stato demandato il compito di interpretare l'immagine secondo la propria disponibilità creativa.

Foto di A. BortoluzziFoto di A. Bortoluzzi

Chiunque abbia la possibilità di visitare il primo piano di Villa Mirabello può farsi un'idea dell'esito di questo "esperimento".
Che di questo si tratta, in fondo. Dare ad ognuno un tema comune, permettendo a ciascuno di sviscerarlo in termini di massima autonomia e libertà; al contempo rientrando nel perimetro di una iconografia riconoscibile, di un atlante che possa rimanere anche per il futuro un documento di quanto gli attuali protagonisti dell'arte di questi primi anni del terzo millennio stiano elaborando.

Anche le associazioni artistiche, come tutte le consorterie al proprio interno, non sono luoghi di pacifiche armonie. Mettere insieme 90 artisti, non è stato facile. Anche questo è importante sottolineare. Così come non è facile stare nei tempi, lavorare su un catalogo importante come quello che è stato realizzato.

E non si può nemmeno soprassedere su cosa non ha funzionato: artisti che hanno rinunciato perchè insoddisfatti del proprio lavoro, o perché non convinti fino in fondo del progetto; il catalogo che poteva essere stampato meglio, l'allestimento risultato per molti ossessivo e ipnotico…

Così come non è facile, questo il punto cruciale, che una associazione così importante e così ricca di personaggi di storia e di qualità riesca sempre a farsi sentire nel dibattito culturale come meriterebbe. Questa mostra, questo progetto è, ci auguriamo, solo il primo passo.

Quello successivo, perché no, potrebbe essere quello di chiamare a raccolta le migliori realtà produttive del territorio ad una sana, fervida collborazione con le migliori realtà creative della provincia. Quello sì sarebbe già un notevole passo avanti.