Un "capriccio"Un "capriccio"

Un'antica leggenda, secondo cui chi fosse riuscito a costruire mille gru (l'animale simbolo di lunga vita) avrebbe potuto esprimere un desiderio, è quella raccontata nel libro "Il gran sole di Hiroshima" di Karl Bruckner. Quando è stata sganciata la bomba atomica "Little Boy", il 6 agosto 1945, Sadako Sasaki aveva poco più di due anni. Ma solo nel 1954, a 11 anni, le fu diagnosticata una grave forma di leucemia. Nell'ultimo drammatico anno di vita trascorso in ospedale, Sadako trova un "passatempo" per combattere la paura e l'angoscia: costruiva piccole gru con la tecnica dell'origami usando qualunque pezzo di carta le capitasse sottomano, comprese le confezioni dei suoi farmaci. Mille gru per un desiderio.

La saggezza orientale fa leva sulla pazienza, sulla costanza, sulla sopportazione che chiede concentrazione e creatività. La sapienza dell'estremo oriente si appoggia non tanto e non solo sull'imperturbabilità, quanto sulla forza d'animo e sulla gentile disciplina.

A nostro avviso ha un che di profondamente orientale l'iniziativa dell'artista Elena Mauri: un'installazione

Un "capriccio"Un "capriccio"

composta da 100 lampade, i suoi "capricci", costruiti con sacchetti di plastica non biodegradabili e illuminati grazie a led alimentati da energia solare. Cento sacchetti illuminati dall'interno per un'unica installazione che secondo i desiderata dell'autrice dovrà essere allestita a spirale attorno ad un albero, portandola anche in diverse location ed in particolare in Svizzera e ad Uzupis (letteralmente: Oltre il fiume), il quartiere bohemien di Vilnius, la Montmartre della Lituania.

Ogni capriccio (ogni tantrum) è fatto a modo suo, sono tutti diversi fra loro, venendo progettati dalla stessa Elena Mauri "su commissione", partendo dai vecchi sacchetti di plastica dismessi e riciclati.

C'è quasi sempre una duplice scelta, una doppia opportunità, come le facce di una stessa medaglia. La plastica costituisce – è vero – una seria minaccia per l'ambiente, ma può liberarsi di questa cattiva faccia e

L'autriceL'autrice

diventare materiale creativo. Il lavoro di Elena Mauri vuole combattere il consolidamento di certe cattive abitudini. E vuole cambiare faccia al materiale sintetico così diffuso – e abbandonato – in terra e mare. Le sue parole d'ordine sono: recupero e trasformazione dei materiali, ricerca dell'equilibrio dell'ecosistema e naturalmente fantasia!

"L'installazione che ho in mente di progettare – dichiara l'autrice – è composta da tante piccole lampade fatte con un materiale ottenuto grazie al riciclo di sacchetti di plastica non biodegradabili. Verranno disposte a cerchio intorno ad un albero ed illuminate con dispositivi a LED posti al loro interno, per aiutare a combattere uno dei mostri più grandi che l'essere umano abbia mai creato… l'inquinamento dovuto alla plastica!"

Per saperne di più e per supportare il progetto:
http://elenamauri.jimdo.com/

With the support of:
Mediterranean Association to Save Sea Turtles:
http://www.medasset.org/cms/index.php
Ocean five Network:
https://www.facebook.com/groups/ocean5network/