Particolare di un'operaParticolare di un'opera

La memoria del tempo che fu – Scovare la galleria Il Serpente Piumato è come un'affascinante caccia al tesoro, con la certezza di trovare alla fine della ricerca una gemma preziosa. E Maria Pozzi, artista di grido negli anni'60 e '70, è un diamante fulgido, intagliato dal tempo e luminoso come una stella polare dell'arte. I suoi quadri, in mostra fino al 23 dicembre in corso Garibaldi 203, sono da assaporare lentamente: per arrivare fino a loro occorre abbandonare la tirannia delle lancette dell'orologio. Il grande portone di ingresso immette in un cortile ingombro di oggetti, il retrobottega del negozio di antiquariato gestito dal figlio dell'artista. Già il solo varcare la soglia è un tuffo nel passato, fatto di lampade decò, mobili d'epoca, scrittoi in mogano che occhieggiano in ogni angolo. Ad accogliere il visitatore una signora minuta, dallo sguardo dolce e malandrino: è lei l'artista, l'autrice di una mostra che cattura per sempre. Basta scendere le scale e accedere nella stanza in cui sono esposti i quadri della mostra antologica che ripercorre la sua produzione pittorica dalla fine degli anni '60 ad oggi: dolci paesaggi lacustri, autunni fiammeggianti, boschi rigogliosi e scorci di una Legnano che non c'è più.

La Legnano delle fabbriche e dei cortili – La Chiesa del Santissimo Redentore sullo sfondo di una via Dante costellata di botteghe e di bancarelle, senza auto, placida e accogliente: appariva così nel 1967. E ancora, la fabbrica Bernocchi affacciata sul ponte di ferro dell'Olona è fissata sulla tela per sempre, ma basta passeggiare per il corso Garibaldi per accorgersi che oggi quello scorcio non esiste più. La pittrice l'ha immortalato prima della demolizione. Ed è così che le sue opere diventano un tassello importante della memoria per ricostruire la Legnano delle fabbriche ormai dimesse e dei cortili chiassosi e allegri, delle vie frequentate, degli scorci più suggestivi che vanno ogni anno scomparendo per lasciare spazio a nuovi edifici.

Il suo lago – Se Legnano occupa un posto di rilievo nella sua produzione artistica, Maria Pozzi ha lasciato il cuore a Musso, a Dongo, sul suo lago di Como. E nascono così le vedute della chiesa di Musso e del battistero dove venne battezzata ancora infante, dell'imbarcadero di Dongo con un battello che solca le acque, le magnifiche ortensie blu dalle mille sfumature a spatola. Luoghi di sogno, reali e onirici a un tempo.

I favolosi anni ‘50 – I suoi quadri sono molto quotati, ma lo dice con una semplicità che disarma; nell'album ha raccolto le recensioni, numerose, che la stampa e la critica locale e nazionale, italiana ed estera le ha dedicato in questi quasi cinquant'anni di attività e di mostre in Italia, in Germania, in Svizzera… vecchi ritagli di giornale, ingialliti dal tempo, le sue fotografie della giovinezza in eleganti abiti da sera: Maria Pozzi è un'icona dell'arte, una pittrice di classe. Nata a Musso sul lago di Como, vive a Legnano da molti anni. Negli anni '50 conobbe e frequentò Carlo Carrà, Cesare Monti, Gianni Bolognese mentre soggiornava a Corenno Plinio; da qui cominciò la sua carriera artistica. Il Lario e la ricchezza dei suoi paesaggi, colti nel corso delle stagioni, sono i motivi ispiratori delle sue opere.

Mostra antologica di Maria Pozzi
Dipinti dal 1970 al 2007
Dal 24 novembre al 23 dicembre
Galleria "Il serpente piumato"
C.so Garibaldi 203 – Legnano