Busto chiama e Busto risponde.
C'è un vago senso di ebbrezza “patriottica”
in città, negli ultimi mesi, a guardarsi dentro e a volersi riscoprire nei propri avi e dentro i propri forzieri.

Crespi, Tosi, e ora la mostra voluta dalla Fondazione Bandera che ha chiamato a raccolta la temperata borghesia cittadina chiedendo loro il meglio delle proprie collezioni per offrirle temporaneamente alla visione del pubblico. Quasi uno scatto d'orgoglio.

A. Morbelli - Angolo di giardinoA. Morbelli – Angolo di giardino

Una mostra più da Museo Civico che non da Fondazione privata forse, questa storica "Da Hayez a Morandi". Anche se la famiglia Bandera e lo splendido palazzo che da anni ne ospita il suo sogno culturale non è nuova a traghettamenti nel tempo di questo tipo: un esempio su tutti, "L'ottocento italiano da Lega a Wildt" di qualche anno fa.

Ma è destino di questi contenitori museali che nascono con ambizioni alte se non molto alte, proiettate nel contemporaneo ma con i piedi piantati in un terreno spesso inospitalenei rendiconti alla voce cultura scontrarsi con la realtà. La Fondazione Bandera non ha fatto e non fa eccezioni.

Anche quando ha puntato molto grosso, negli ultimi anni, su giovani critici in carriera legati a doppio filo al mondo milanese, nella speranza che Busto diventasse davvero quel polo d'attrazione per l'intera cerchia urbana a nord della grande metropoli. Le cifre, soprattutto quelle delle ultimissime stagioni, hanno lasciato alquanto a desiderare, sotto questo punto di vista.

E l'investimento di uno spazio come la Fondazione Bandera, nata a tutti gli effetti per ospitare mostre non solo di taglio localistico, dal vasto ritorno di pubblico, di vendita di cataloghi, di eco di immagine, è troppo impegnativo. Da qui in un certo senso il ritorno all'ordine.

Guido Ceriotti, consigliere storico della Fondazione ed Ettore Ceriani, deus ex machina del coté artistico bustocco, e non solo, hanno risposto presente, così come le famiglie storiche della città.

G. Fattori - Macchia toscana con cavalleggeroG. Fattori – Macchia toscana con cavalleggero

I due curatori hanno chiesto semplicemente una testimonianza. I collezionisti bustocchi – a proposito, che fior di opere ci sono nei dintorni, in provincia -hanno dato.

L'idea nobile – sostiene – l'attuale presidente Franco Bandera – è quello di rivisitare “il meglio di quanto i collezionisti bustesi hanno voluto raccogliere nel campo della pittura, del disegno e della scultura di due secoli, con particolari riguardo a Giuseppe Bossi e Arturo Tosi”. Va da sé che ai due illustri concittadini sia stato dedicato più spazio che ad altri.

Ma la mostra intitolata per motivi comprensibilmente accattivanti “Da Hayez a Morandi”, comincia prima e finisce dopo i due capofila. Sono 150 le opere esposte, tra dipinti e sculture, provenienti da 30 collezioni private.

Da Giuseppe Bossi, appunto gran ordinatore neoclassico dei disegni vinciani conservatipresso le Gallerie dell'Accademia di Venezia e ottimo pittore neoclassico, dall'Appiani, dall'Induno e risale, prendendo alla gola, gli appassionati del genere su per la pittura storica del Conconi, per l'orientalismo del Pasini, il quieto divisionismo del Fornara, per il vero impressionismo italiano espresso dal de Nittis fino ad arrivare allo spericolato Boldini.

R. Guttuso - Cesto di pannocchieR. Guttuso – Cesto di pannocchie

Il tutto contornato da una vera e propria antologia di tutte le sfumature assunte dall'Ottocento italiano come è possibile vederne in una Fiera dell'Antiquariato. Scultura, di alto livello, compresa.

Un discorso analogo, vale per l'antologia che raccoglie le opere novecentesche. Sarà forse arduo in questo caso il confronto con la collezione GianFerrari che si metterà in mostra a Villa Panza. Qui, a Busto, i Sironi, non sono quelli dell'epoca d'oro, e così i De Chirico, e stesso discorso vale per i Fiori di Morandi. Valgono tutto i Morlotti, valgono la vista i Fontana, il Baj; e si arriva più su ad uno splendido Claudio Olivieri e ad un Piero Guccione del 1978, a testimoniare, in ogni caso, di un collezionismo accorto e partecipe anche delle ultime istanze pittoriche.

E in questo sta uno dei non pochi pregi di questa rassegna dal cui successo dipende e non poco il futuro della Fondazione e il ripensamento tutto della sua attività.

Da Hayez a Morandi – L'Ottocento e il Novecento in collezioni private bustesi
Fondazione Bandera per l'Arte
7 ottobre – 10 dicembre

orari: da martedì a venerdì 15-19; sabato e domenica 10-12.30/15-19
lunedì chiuso
ingresso: intero € 4; ridotto € 2
laboratori didattici e visite guidate a cura di Cristina Moregola Molteni
Sito Web: www. Fondazionebandera.it
email: info@fondazionebandera.it