Camillo Procaccini, San GirolamoCamillo Procaccini, San Girolamo

Il primo documento che attesta l'esistenza in Milano della Chiesa di S. Raffaele, edificata nell'omonima via, è un documento datato gennaio 903 nel quale l'Arcivescovo Andrea I da Canziano dispone che alcune sue case, collocate tra la Chiesa Cattedrale di S. Tecla e il monastero di S. Radegonda -dove ora è la Rinascente-, dove «è la cappella edificata e costruita in onore del Beato Arcangelo Raffaele» vengano dopo la sua morte destinate ad ospedale con vicino la costruzione di un «Balneum», forse il Battistero per le donne della chiesa di S. Stefano alle Fonti, o un luogo di ristoro per i poveri. La Chiesa di S. Raffaele è quindi una delle più antiche delle sei Chiese disposte a raggiera intorno alla Cattedrale: S. Stefano alle fonti, S. Giovanni alle fonti; e le chiese degli arcangeli: S. Michele, S. Gabriele, S. Uriele.

L'antico edificio oggi è completamente scomparso. Quello che vediamo oggi è la nuova costruzione, in elegante stile tardo rinascimentale, consacrata da S. Carlo Borromeo nell'ottobre 1582. Per il progetto di

Chiesa di S. Raffaele, internoChiesa di S. Raffaele, interno

intervento di rifacimento dell'edificio è stato avanzato il nome dell'architetto Pellegrino Tibaldi, tuttavia studi più recenti lo attribuiscono a Galeazzo Alessi. Non è comunque da escludere, davanti ai pareri discordanti, una possibile collaborazione tra i due famosi architetti.

È stato soprattutto l'opera della confraternita del SS. Sacramento ad arricchire l'interno della chiesa con quadri di grande valore artistico, dipinti circa tra il 1615 e il 1620. Sono sulle pareti del presbiterio una grande tela che rappresenta Il sonno di Elia, opera del Morazzone. Di fronte è un'opera del Cerano, Disobbedienza di Gionata. Entrambi questi dipinti hanno un chiaro valore Eucaristico: nel primo vediamo infatti l'angelo che desta Elia e gli indica il pane con il quale egli potrà compiere il suo lungo cammino. Gionata, il figlio di Saulo, si nutrì di miele disobbedendo al padre durante la guerra ai Filistei,

Giovanni Ambrogio Figino, San LucaGiovanni Ambrogio Figino, San Luca

ed è un forte richiamo a non accostarsi indegnamente all'Eucaristia disobbedendo alle leggi del Signore. Un grande quadro sopra l'altare maggiore riproduce la Cena degli ebrei del pittore bergamasco Giovanni Battista Secco detto il Caravaggino, che operò a Milano attorno agli anni 1609-1610. La cena degli ebrei prima di lasciare l'Egitto è un'altra prefigurazione del banchetto eucaristico.

Un altro dipinto che merita di essere esaminato prima di lasciare la Chiesa è il San Girolamo del Procaccino (1570-1625), in fondo alla navata di destra. Nella cappella di San Raffaele sono inoltre conservati i grandi quadri di due evangelisti, opera del Giovanni Ambrogio Figino. Il Borsieri nel 1619 scriveva a proposito: «meravigliosa chiamano gli studiosi della pittura quella che Ambrogio Figino ha fatto per la chiesa di S. Raffaele ad onore di S. Matteo Evangelista; poiché in essa egli mostrò quanto facilmente possano ancora i pittori del nostro secolo giunger alla forza dei principali che fiorissero nel passato». Il S. Matteo è ancor oggi considerata una delle opere più riuscite dell'artista milanese.