“Le nostre dimore sono fatte per viverci,
non per essere guardate.”
Sir. Francis Bacon

Nel momento d’insolita clausura che stiamo vivendo, narro la storia della mia abitazione e invito tutti voi a farlo: si possono scoprire dettagli davvero inattesi.

Questo è il racconto di un viaggio “anomalo” perché compiuto senza spostamento. Non si tratta però di una elaborazione fantastica. E’ la descrizione di un luogo che non rappresenta per me soltanto una casa: è l’ambiente dove hanno origine e diventano realtà tutte le idee, il punto di partenza e di arrivo di ogni cammino e quindi, di conseguenza, di ogni attività artistica che descrive il mio vagabondare.

La Casa della Luna è nata nel 2008, dall’esigenza di ritagliare uno spazio abitativo su misura per me, inquieto sperimentatore, all’epoca ancora senza fissa dimora.
Intervenendo sull’ultimo piano di un edificio ancora in costruzione, mi è stato possibile posizionare le stanze seguendo la filosofia chiamata in Giappone Feng-Shui. Questa teoria prevede, ad esempio, la cucina orientata ad est, in modo da avere la massima luminosità già dalla mattina, il living a sud, dove sono state realizzate due porte-finestre che raccolgono luce in gran quantità e la camera da letto ad ovest, per usufruire al massimo della forza naturale del tramonto.

Come una tipica casa medio-orientale, la pianta dell’appartamento prevede un “cortile” centrale sul quale si affacciano tutte le stanze, di forma quadrata per diffondere armonia ed equilibrio. In questo caso è il soggiorno che fa da centro gravitazionale per gli altri locali, compresa la mansarda che forma una sorta di volta, delimitando e “proteggendo” le energie racchiuse nella struttura globale.

Per gli arredi ho scelto alcuni colori dominanti: l’arancio per la cucina, che stimola la digestione e tinte calde sul rosso-marrone per la camera. Il living ha alcuni elementi verdi che richiamano il contatto con la natura e la mansarda ha un grande punto giallo, corrispondente al cuscino del divano-letto, che rappresenta la creatività di questo locale, adibito a Sala della Musica.
Ma non è soltanto questo che la rende unica per me. Sono gli oggetti che mi rappresentano e la riconsegnano come una continuazione del mio “sentire”.

E’ la lastra di resina che divide, ma nel contempo unisce, il soggiorno e la cucina, lasciando passare la luce e collegando cromaticamente i due locali. Nella resina ho inglobato delle spezie nordafricane di uno dei miei primi viaggi, che richiamano i sapori della cucina, mentre nei colori ricordano proprio gli arredi del soggiorno.

Il tavolo della mansarda è costruito con assi di legno ricavate dallo scafo di una barca, mentre la consolle per il PC è realizzata con parti di una antica macchina da cucire e una lastra lignea proveniente dal pavimento di una baita della Val Maira (CN). Questo assemblaggio per me ha significato rendere tangibile il collegamento tra il modello di lavoro del passato, legato al modo agricolo e quello del presente, sempre più dipendente dai computer.

Sono i faretti posizionati secondo la geometria delle quattro stelle maggiori della costellazione di Orione, nome del mio reparto scout, (Rigel, Betelgeuse, Bellatrix, Saiph) che indicano la direzione da seguire, per colui che si accinge ad entrare come ospite nella dimora.
Sono i quadri alle pareti delle stanze, composti interamente da materiali di riciclo, realizzati al freddo e al gelo, del garage dei miei genitori.
Sono i tappeti costituiti da scarti di lavorazioni tessili, e altre luci originali degli anni ’70, acquistate nei mercatino dell’usato.
E’ la vasca posizionata sotto la velux della mansarda, per consentire di scorgere, mentre si è ammollo nell’acqua, il cielo stellato e la luna.

E’ proprio la luna l’elemento più richiamato della casa, a ricordo della mia band musicale The Mooners che ha fatto da colonna sonora della mia vita per più di dieci anni. La si ritrova timidamente sparsa un po’ ovunque, con richiami più evidenti nelle foto dell’eclissi del 2010, nella scritta “MOON” con lettere tridimensionali realizzate in alluminio, collocate sopra i pensili della cucina e nel lampadario a parete, realizzato con materiali provenienti da un’officina meccanica e con il poliuretano “rubato” ai muratori.

Insomma La Casa della Luna è un’entità in continua evoluzione, crogiolo di elementi per me carichi di significati e suggestioni, che è stato bello riscoprire oggi.
E’ stata infatti utilizzata, prima di essere abitata con continuità, come laboratorio creativo, studio di pittura, sala per incisioni musicali, spazio per prove teatrali e ha ospitato lezioni di Yoga, session strumentali, reading letterari, Party a tema, proiezioni fotografiche, rimanendo permeata ancora oggi di queste vibrazioni artistiche.

Le nostre abitazioni non sono soltanto una composizione di ambienti funzionali e asettici, ma possono comunicare molto di ciò che siamo. E ora non avete più scuse.

Quanto la vostra casa parla di voi? Guardatevi attorno e lasciate che attraverso gli oggetti, riaffiorino i vostri ricordi. Buon viaggio!

Ivo Stelluti, Il Viaggiator Curioso
Busto Arsizio (VA), 22 marzo 2020.