La copertina del catalogoLa copertina del catalogo

Ufficio comunicazione – Giancarlo Balansino Jr. ospite, la scorsa stagione, al Museo Pagani di Castellanza. Peccato non averlo saputo. Meglio sarebbe stato che la "buona novella" del vernissage fosse circolata un po' di più, visto il valente autore di cui si tratta.
A sfogliare il ricco catalogo edito nel 2009 da Silvana Editoriale si scorgono il vigore, i tratti espressivi, il formulario artistico, la tavolozza e la forma immediata del maestro.

Si comincia dal ciclo dedicato al Vissuto quotidiano, da alcuni esempi di still life come Damigiana e pannocchie (1970) o Interno di studio con barattoli (1975) per poi passare alle vedute esterne di orizzonti e popoli lontani. Sempre ritorna, sul supporto pittorico, la pennellata fluida e franta, gli impasti cromatici densi di colore e di spessore.

Il paesaggio è quello acquoso della Bretagna o di Pont Aven, ma anche solare come quello di Sardegna e di

Particolare di un'opera di BalansinoParticolare di un'opera di Balansino

Provenza. I cicli più coinvolgenti ritraggono le spiagge di Santo Domingo, le distese di palme e i piccoli villaggi: un vero giro del mondo in pittura, dall'India alla Russia, passando dall'America Centrale. "Ma Balansino non è attratto soltanto da curiosità turistica, egli partecipa con tutto il cuore alla continua tragedia di quelle popolazioni che nascono e muoiono quasi dimenticate da noi euroamericani privilegiati. (…) Giancarlo Balansino ci porta fuori dal solito terreno seminato, la sua libertà espressiva ci conduce a emozioni continuamente nuove. Perciò la sua opera merita di essere segnalata nel folto panorama della pittura italiana di oggi, tanto inquieta quanto ripetitiva", commentava Raffaele De Grada.

Ed ecco infatti il ciclo dedicato ai diseredetati, ritratti dal Balansino mai con commiserazione, piuttosto con obiettivo e accorato realismo. Una produzione artistica caratterizzata da una "profonda consapevolezza geografico-emotiva", come ha scritto Nicoletta Colombo, ovvero, segnata da un "sentimento allargato", privo di ogni intellettualizzazone, ma coinvolgente la sfera sensibile ed emotiva, oltre a quella cerebrale.