La trilogia del colore – Il blu, il rosso, balugini di bianco. Non è la trilogia di Kieślowski, ma la tavolozza tonale di Franco Marrocco. Cui il pittore saronnese aggiunge una consapevolezza caravaggesca del significato dell'oscurità, da cui le tinte, più ancora che parvenze di forme, affiorano. Di Franco Marrocco si era già data notizia del viaggio itinerante che la Galleria Memoli ha predisposto per lui, lungo il crinale della penisola.

Il viaggio – Salpato da Matera e dalla locale sede Memoli, la nave carica di olii misteriosi su tela di Marrocco, approderà a Busto nella prossima primavera. Prima tuttavia la tappa intermedia, a Potenza, dal 23 febbraio al 6 aprile prossimo, nella 'casa madre' della ditta Memoli, aperta ormai quasi trent'anni fa, ben prima di espandersi nelle sedi lucane e lombarde.

In ausculto – In mostra, Marrocco ripropone lavori recenti annodandoli ad opere risalenti a qualche anno fa. Una scelta che evidenzia la sostanziale continuità del lavoro di questo artista felicemente antifigurativo, minimale, lirico nel suo fraseggio pittorico, quanto disincantato e realista nella sua quotidianità. Lavorando sull'epidermide della pittura, indagandone le cellule minime, le rughe, i segni delle stesure, volutamente antiretorico, sebbene i titoli delle opere abbiano spesso voluti riferimenti precisi: come nel recente ciclo presentato a Cassino che aveva come indirizzo il rimando alle tragiche vicende belliche che hanno segnato quel luogo; un'arte che ausculta le vibrazioni, che crea zone improvvise, piccole esistenze di colore altro, stacchi quasi a limitare la naturale profusione del tono di fondo.

Trent'anni di mostre – Per il docente di pittura presso l'Accademia di Brera, originario di Caserta ma di stanza a Saronno ormai da qualche anno, un ulteriore tappa di un percorso che soprattutto negli ultimi, va velocemente di verifica in verifica; di conferma in conferma. Un buon modo per festeggiare i trent'anni di attività espositiva, inaugurata nel lontano 1978; espressionista, allora, espressionista, liricamente espressionista, lo è rimasto.