Legnano:

Flavio ArensiFlavio Arensi

Mai prima d'ora – Flavio Arensi dichiara che è la prima volta che una mostra italiana raduna in un unico luogo il realismo olandese dalle sue origini, gli anni venti del secolo scorso, ai giorni nostri – le ultime opere risalgono al 2007 – . Sottolinea, in seguito, il direttore di palazzo Leone da Perego che il motivo di proporre un percorso espositivo del genere nasce dalla volontà di colmare le lacune di alcune esposizioni passate che hanno puntato l'attenzione sugli artisti del realismo magico o sui realisti contemporanei, riservando a questi ultimi solo spazi espositivi di gallerie, mai di musei. Il progetto permette, quindi, di far godere il realismo olandese nella sua interezza attraverso un'esposizione organica, costruita sulle opere degli artisti più rappresentativi di una corrente che prosegue nel tempo fino ai giorni nostri.

Perché il Realismo – "Allestire una mostra sul realismo olandese è certamente una proposta alternativa rispetto al panorama espositivo italiano; l'arte contemporanea non è solo astrattismo o installazioni", spiega Arensi, "è anche realismo! Tra l'altro fino ad oggi in Italia lo spazio riservato all'arte del nord è stato davvero ridotto e parziale, per questo si è scelto questo tema. Inoltre l'indagine sulla realtà e sull'uomo non ridotta all'astrattismo, ma allargata all'espressione figurativa del realismo, è la linea politica seguita da Palazzo Leone da Perego. E che l'umanità sia alla base di questo museo lo dimostrano i comitati scientifici delle mostre in esso allestite: sono sempre costituiti da più persone, perché il lavoro sia frutto di più punti di vista nell'ottica del confronto e della condivisione".

autoritratto di Philip Akkermanautoritratto di Philip Akkerman

L'allestimento – "Il percorso espositivo non è ricco, dato il budget ridotto di cui il Palazzo dispone", commenta Arensi, "però è pulito e cronologicamente strutturato sui tre generi artistici prediletti dai realisti olandesi: il paesaggio naturale, il ritratto e gli interni; interpretati singolarmente o attraverso soluzioni che li conciliano in un unico capolavoro. Il tutto è destinato a mostrare il continuo confronto, esistente nell'arte del nord, fra interno ed esterno, inteso non solo come rappresentazione del paesaggio -che è diverso da quello del sud- e dell'ambiente domestico, ma anche come metafora del corpo e dell'anima. La mostra inoltre dedica una sala a Schumacher, artista poco conosciuto, autore di un dipinto dedicato a San Geminiano, per mettere in evidenza il rapporto di un olandese con l'Italia. Sin dal Rinascimento, arte italiana e fiamminga si sono misurate, pur da posizioni diverse, con l'indagine della visione e dell'illusione dello spazio, influenzando la successiva arte europea".

Wim Schuhmacher, Portrait of Adine Mees, 1933Wim Schuhmacher, Portrait of Adine Mees, 1933

Una mostra al femminile – "La donna è soggetto di una delle 4 sculture presenti in mostra, così come molte donne sono le autrici delle opere d'arte esposte e donne sono le due studiose olandesi, Annabelle Birnie e Caroline Vos, che con me hanno contribuito alla realizzazione dell'esposizione. Si tratta di una mostra al femminile", evidenzia Arensi.

Cosa colpirà il visitatore – "Il pubblico sarà sicuramente attratto dalla perizia tecnica di alcuni artisti, una perizia che è quasi fotografica", dichiara il curatore della mostra, "anche se il valore tecnico non è il fine artistico degli autori, quanto invece mezzo per leggere la realtà". "Certe atmosfere dipinte", continua Arensi, "ricordano quelle dei novecentisti Sironi o Casorati, ma anche che le opere della Nuova oggettività tedesca, movimento neo-figurativo che, negli anni venti del Novecento, propose il ritorno all'ordine, dopo le esperienze delle avanguardie storiche, attraverso il recupero della figura classica".

Italia e Nord-Europa a confronto – La mostra dà avvio ad un confronto fra la tradizione italiana e quella europea. Le parole di Arensi sono dure, ma realistiche, quando interrogato su quanto emerga da questo rapporto si esprime in questi termini: "l'Italia è un paese amministrato da dementi che non hanno saputo e non sanno apprezzare artisti realisti come Sironi, Ferroni o Marini, ma che sono pronti ad ospitare i loro colleghi olandesi per quel tradizionale senso esterofilo che caratterizza gli italiani. Nei musei stranieri si trovano opere di artisti contemporanei esteri, ma anche nazionali, allestite secondo percorsi in cui emergono il confronto artistico e un'apertura mentale lontana dalle solite scelte di consorterie italiane che fanno emergere solo certe correnti artistiche!".