Un particolare del politticoUn particolare del polittico

Alcune brevi notizie – Non si conoscono gli estremi biografici di Michael Pacher, si ritiene soltanto che sia nato all'inizio degli anni Trenta del XV secolo a Novacella presso Bressanone e sia morto a Salisburgo nel 1498. Non sono molte nemmeno le notizie sicure; la maggior parte vengono ricavate da documentazione indiretta: fatture, contratti, ricevute.

Mossi i primi passi nella sua città natale, l'autore si recò "all'estero" per perfezionarsi. Nell'Italia di allora, varcare i confini degli stati che componevano la penisola, significava incontrare diverse culture e differenti modi di intendere l'arte. 
Ogni territorio aveva differenti caratteristiche e peculiarità che, ancora oggi, rendono eclettica l'Italia.

Pacher è documentato nel 1450 a Padova: qui conosce l'arte di Jacopo Bellini, di Andrea Mantegna e Donatello.
Il loro modo di dipingere lo influenzerà per tutta la sua carriera: queste influenze furono decisive per la grandiosità con cui rese gli spazi e le figure nelle sue opere.
Tornato a Brunico si sposò con una donna di nome Ottilia. Ebbe due figli: Hans, che seguì le orme paterne, e Margarete.
Intorno al 1471 deve aver avuto luogo un viaggio nelle Fiandre, dal momento che si ha notizia di suoi contatti

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con artisti fiamminghi del tempo. Inoltre, ci sono indizi di un suo soggiorno alla corte ducale di Mantova, si ipotizza su chiamata dei Gonzaga.
Negli ultimi tre anni di vita, si stabilì a Salisburgo, dove operò prima di veder spegnersi la sua luce.

Il Polittico dei Padri della chiesa
– Una delle più importanti opera di Pacher è il Polittico dei Padri della chiesa, conservato all'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. L'opera venne eseguita per il monastero di Novacella ubicato a Bressanone.

Nella parte interna del capolavoro si possono vedere in sequenza San Girolamo, Sant'Agostino, San Gregorio Magno e Sant'Ambrogio. Tutti e quattro i santi sono raffigurati sotto un baldacchino dalle forme ancora goticheggianti e circondati da strumenti del sapere e della scrittura.
La fonte da cui essi attingono è l'ispirazione divina che appare sotto forma di colomba dello Spirito Santo. In quest'opera vengono raggiunti livelli altissimi, l'autore fornisce un'interpretazione virtuosistica della pittura: preziosa è la precisione nel dipingere i dettagli che contribuiscono a caratterizzare i diversi personaggi e mirabile è la prospettiva disegnata dal pavimento a piastrelle verdi rosse bianche che convergono verso i quattro santi.

Nella parte centrale di questa grandiosa macchina d'altare, Pacher usa con dotta sapienza la luce per mettere in risalto tutti i personaggi. Nella parte esterna del Polittico sono rappresentate scene dalla Legenda Aurea in quattro riquadri. Nella scena posta nella parte più alta dell'opera, in cui viene rappresentato l'incontro tra Agostino e il diavolo, quest'ultimo cerca di indurre in tentazione il santo, non riuscendo nell'intento.

Un particolare del politticoUn particolare del polittico

Sullo sfondo, una prospettiva di città dà risalto a due persone su una balconata. Arrivando alla seconda scena si vede il santo intento in una disputa con degli eretici. L'eresia è rappresentata da questi uomini vestiti con abiti orientali, quale evidente richiamo al manicheismo, movimento al quale S. Agostino aderì in gioventù.

Per dare prospettiva alla scena è stato disegnato sullo sfondo un porticato con travi in legno. Nella penultima scena Agostino aiuta un infermo e nell'ultima lo si vede inginocchiato davanti ad un altare, mentre è intento a pregare portando le mani al viso quale simbolo di intensità e di raccoglimento.
Un angelo dalle ali colorate e dalla veste rossastra arriva in suo sostegno, reggendo un ostensorio, simbolo del cuore di S. Agostino. Questa ipotesi si basa su più fonti di una leggenda che si riferisce alla particolare importanza del cuore come obiettivo dell'amore di Dio, come negli scritti di Agostino.

Come si può vedere dalle immagini, il soggiorno a Padova, intervallato da escursioni a Venezia, è stato determinante per la sua pittura in cui si nota l'entusiasmo per le fughe architettoniche di Mantegna, l'uso della luce come protagonista del quadro secondo la lezione di Lippi, l'amore del dettaglio e l'audacia dei contrasti cromatici.