
I nostri beni culturali (ovvero beni di tutti) ultimamente balzano agli onori della cronaca non tanto per rammentarci le nostre radici, quali vessilli di una storia maestra di civiltà, quanto per denunciarne l'inesorabile degrado.
Ultimo in ordine di tempo, l'Isolino Virginia, entrato de jure nel 2011 nella Lista del patrimonio Mondiale dell'Unesco, nell'ambito dei "Siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino": tradotto il sito varesino figura tra i luoghi più prestigiosi del mondo.
Andrea Camurani, sulle pagine del quotidiano online VareseNews, si è occupato della vexata quaestio, subito dopo la risposta del Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo Ilaria Carla Anna Borletti dell'Acqua (ex presidente FAI) all'interrogazione presentata dal parlamentare varesino Cosimo Petraroli, del Movimento "Cinque Stelle", il quale chiedeva conto dello stato in cui versa l'incantevole lingua di terra, e il sito palafitticolo ospitato, potenzialmente fruibile dai tanto attesi "visitatori Expo".


Il Governo pur non entrando nel merito della questione comunica che "relativamente alla sostituzione del molo di attracco attualmente ammalorato, il comune di Varese ha predisposto un progetto che prevede la sostituzione della struttura esistente con un pontile galleggiante. La pratica è stata esaminata e autorizzata dalla competente soprintendenza con la prescrizione di eseguire controlli archeologici subacquei preliminari. Per gli aspetti di competenza paesaggistica la pratica è stata esaminata dalla Soprintendenza belle arti e paesaggio".
L'isolino Virginia, ad oggi, è inaccessibile, e lo ha dimostrato lo stesso Camurani, durante una documentata escursione: "Il pontile è invaso dagli escrementi di un gruppo di germani: rimangono gli unici abitanti dell'isola, anche i gatti se ne sono andati. Sulle spiagge residui naturali portati dalle piene e lì lasciati dall'abbassarsi del livello si contendono lo spazio coi pezzi dell'imbarcazione naufragata: un galleggiante, più avanti il tetto dell'imbarcazione:
relitti. Un'altra barca è arenata sul prato. L'erba è tagliata, ma i residui del primo tentativo di svuotare il ristorante da alcuni arredi oramai consumati dal tempo restano lì, appena fuori dall'immobile: ci sono lavandini, pezzi di plexiglas, secchi. A pochi metri c'è una palafitta riportata alla luce qualche anno fa: a farle compagnia ci sono bottiglie di plastica e palline di stagnola che escono da un bidone dell'immondizia. C'è il museo preistorico, chiuso, come il ristorante. C'è il cantiere di scavo, recintato, pari pari a come l'abbiamo visto e fotografato nello scorso autunno quando per via delle alghe, con un altro pescatore del lago, il Negus, siamo venuti a far visita a questo sito. L'isolino c'è ancora, ma è del tutto irraggiungibile con mezzi pubblici: solo con barca o canoa si può arrivare fin qui".

"Dal Comune di Varese -continua – proprietario dell'isola, fanno sapere che sono previsti interventi a breve per la risistemazione dell'approdo. Questo intervento verrà fatto fra fine mese e i primi di agosto e avrà la priorità sull'altro lavoro sempre in capo a Palazzo Estense. Si tratta della ristrutturazione del ristorante: non solo l'intonaco esterno si sta staccando, ma sono probabilmente da operare i diversi adeguamenti agli impianti e ai bagni. Poi subentrerà il nuovo gestore: l'affidatario è il centro Gulliver società cooperativa arl Onlus che gestirà il bar ristorante, si occuperà della custodia dell'isolino e della sua manutenzione ordinaria. Sempre il Comune installerà telecamere di sicurezza del sito, che verrà dotato di impianto wi-fi".

foto VareseNews