Artevarese intervista Mimmo TotaroArtevarese intervista Mimmo Totaro

La classicità e la poesia impregnano il calcolo strutturale e le traiettorie di Cartesio. L'artistica tela di ragno di Mimmo Totaro nasce dallo studio dell'ordine rigoroso e del metodo sistematico. La tessitura, nei lavori esposti in mostra a Como, diventa metodicità mentale, studio dell'ordito geometrico, ma anche azione rituale, cadenzata in una liturgia di materiali e di gesti replicati. Così la grafica astratta si anima di profili sensuali, decantando in una sussurrata intonazione poetica, le cui protagoniste sono Calliope, Melpomene, Tersiocore, Afrodite.

Mimmo Totaro, nato a Como nel 1948, ha frequentato il Politecnico di Milano, collaborando per molti anni con studi di architettura. Svolge attività inerenti l'arredamento, la grafica, la scultura e l'architettura.
Dal 1971, anno della sua prima mostra personale alla Galleria Il Salottino di Como, presentata dal grafico Max Huber, partecipa ad esposizioni collettive sia in Italia che all'estero. Dal 1991 coordina il progetto espositivo della mostra Miniartextil, sia a Como che nelle altre sedi di Parigi e Venezia.

Scrive Caramel nel piccolo catalogo: «"Vorrei non

Un particolare dell'allestimento della mostraUn particolare dell'allestimento della mostra

descrivere i miei lavori", ha affermato Totaro, "è lo spettatore a dover trovare nelle opere ciò che desidera. Non esiste un'unica lettura". Lo spettatore e il critico, come una volta di più ho constatato in questa occasione, si trovano così in una situazione di libera interpretazione, oltre il mero impatto visivo, oltre i fili e la struttura, oltre le forme spesso astratte, oltre la serietà spesso intrinseca dell'opera, come ha dichiarato l'artista, fino a captare e vivere la dimensione nascosta, per ciascuno, per l'autore medesimo, mai statica e definitiva. Più sorprendente e meno decifrabile (per me, ovviamente, anche per la conoscenza superficialissima di questa problematica, che mi incuriosisce e attrae, ma non mi consente di esprimere alcun giudizio, soprattutto sui suoi fondamenti scientifici) il secondo "documento", con diffusi riferimenti alla prossemica, la disciplina che studia cosa siano lo spazio personale e sociale e come l'uomo li percepisce, fondati sugli studi condotti negli Stati Uniti dal celebre Edward T. Hall e sul suo fondamentale volume, edito anche in Italia nel 1966 da Bompiani, col titolo medesimo di questa personale, La dimensione nascosta. Coincidenza certo intenzionale voluta dall'artista, che, al di là (o forse al di qua) del valore scientifico di quelle ricerche credo sia stato suggestionato dai loro risultati quali sono descritti nel libro di Hall che, per comprendere e definire il comportamento umano, anche inconscio, muovono dallo studio dell'ordine rigoroso e non incrinabile nel comportamento degli animali, sui quali, in particolare sui topi, è basata l'indagine, volta alla codifica di distanze programmate nelle interazioni negli animani, appunto, e negli umani».

Mimmo Totaro – La dimensione nascosta
Dal 17 maggio al 7 giugno 2012
Como, ex chiesa San Pietro in Atrio
Via Odescalchi
Per maggiori info.: cultura@comune.como.it
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 14.00 alle 19.00
sabato-domenica, dalle 11.00 alle 19.00
Lunedì chiuso
A cura di Luciano Caramel
Ingresso libero
In contemporanea verrà esposta la scultura Wanda (2011) nel giardino botanico di Villa Carlotta a Tremezzo (CO)