Claude Lorrain, Paesaggio, olio su rame, Roma, Fondazione AmataClaude Lorrain, 'Paesaggio',
olio su rame, Roma, Fondazione Amata

In anteprima – Il calendario autunnale del Museo Diocesano è ricco di appuntamenti. ArteVarese intervista Eugenia Bianchi che, insieme con Paolo Biscottini, Direttore del Museo Diocesano di Milano, ha curato la mostra 'Lo sguardo sulla natura. Luce e paesaggio da Lorrain a Turner'.

Quali sono le fondamentali "linee guida" che hanno portato alla mostra?
"Il nucleo principale dei capolavori esposti in mostra è tratto dalla collezione Pozzobonelli in parte confluita al Diocesano, in parte nella Quadreria dell'Arcivescovado. Scegliendo di inserirsi nel filone aperto dai predecessori, come Federico Borromeo o Cesare Monti, il cardinale e arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli rappresenta una delle massime figure nel panorama del collezionismo lombardo del Settecento. Nel testamento, fece espressa richiesta che il suo nucleo di dipinti non venisse smembrato perché omogeneo dal punto di vista iconografico: tutte le opere, infatti, raffigurano paesaggi e prospettive con figure. In questo modo l'esposizione, che aprirà al pubblico il 14 ottobre, segue il filo delle precedenti rassegne dedicate ad altri importanti fondi del Diocesano, come quella sui 'Fondi Oro del fondo Crespi' del 2004 o quella su 'Carlo e Federico Borromeo' del 2006. Da questo 'primo imput' è partito il nostro lungo lavoro di ricerca storica e studio che ha portato a riunire in mostra altri significativi dipinti sul medesimo tema".

Marco Ricci, 'Paesaggio con monaci', tempera su pelle di caprettMarco Ricci, 'Paesaggio con monaci',
 tempera su pelle di caprett

Dall'Arcadia agli epigoni del Romanticismo. Come si snoda il percorso dell'esposizione?
"Siamo partiti da un interrogativo fondamentale: in che modo gli artisti, dalla metà del Seicento fino alle soglie del XIX secolo, si accostano alla tematica del paesaggio? La mostra segue un filo cronologico e tematico e propone un'antologia di 'sguardi' rivolti alla natura e al tema della luce. Il percorso espositivo prende le mosse dal luminismo di Lorrain, nelle cui opere sono prevalenti caratteristiche eminentemente classiche e peculiarità che lo collocano al di sopra della produzione paesaggistica di maniera. Attorno all'indipendente produzione di Salvator Rosa e del Cavalier Tempesta, poi, si sviluppano le componenti principali del paesaggio di epoca Barocca, momento ricco di suggestioni anche per i numerosi pittori stranieri presenti nella Penisola. Con l'Illuminismo, invece, si fanno strada nuove tematiche e "nuovi sguardi" che riportano su tela una documentazione schietta, quasi scientifica della natura senza più operazioni di decantazione e selezione della realtà. Non vanno dimenticate poi le vedute provenienti dal 'Nuovo Mondo', come il caso interessante di Frans Post, uno dei primi paesaggisti europei a ritrarre scene agricole e di battaglia in Sud America".

Perché la rassegna si conclude con i capolavori di William Turner?
"Con Constable e Turner si chiude un mondo e se ne apre uno nuovo. Soprattutto nelle opere del secondo, che pure guarda a Lorrain nella sua ricerca luministica, si realizza il concetto di Sublime. Nelle opere che, possiamo dire, inaugurano la stagione Romantica, viene data espressione all'ardore e al dinamismo della natura, dando corpo alla spettacolarità del paesaggio che, così, coinvolge lo spettatore".

J. Constable, East Bergholt, Cambridge, Fitzwilliam MuseumJ. Constable, East Bergholt,
Cambridge, Fitzwilliam Museum

Quali sono le novità più importanti presenti in mostra e nel catalogo?
"Conviene ricordare che già con Panofsky la categoria del 'paesaggio arcadico' si rivelò in tutta la sua complessità. Indagando le iconografie dei generi del Rovinismo, della Veduta e del Capriccio ci si rende immediatamente conto della ricchezza di temi che difficilmente possono essere liquidati con definizioni automatiche. La mostra, così come il catalogo che l'accompagna, propone alcuni importanti affondi chiarificatori in un tema molto vasto e stratificato. Nel suo saggio, Filippo Maria Ferro ben documenta come la categoria di 'Arcadia' sia difficilmente incasellabile nelle arti figurative. Nelle opere che ritraggono il paesaggio, infatti, compare un ricco repertorio di temi nutrito da suggestioni, rimandi e contaminazioni continue. Cristina Casero ha condotto uno studio che getta una nuova luce sul rapporto tra Arte e primi esperimenti intorno alla tecnica fotografica. Già negli anni '70 del Settecento cambiano la mentalità e il punto di vista artistici e in un'opera di Jean-Antoine Constantin il soggetto viene avvicinato con rinnovata attenzione e un taglio che possiamo definire fotografico. Il saggio di Paolo Biscottini indaga alcuni principali aspetti dell'espressione artistica nel XVII secolo, mentre gli studi di Alessandro Rovetta e Alessia Devitini sondano rispettivamente la fortuna critica del genere 'Paesaggio' e le vicende storiche del fondo Pozzobonelli".

 

'Lo sguardo sulla natura.
Luce e paesaggio da Lorrain a Turner'

Milano, Museo Diocesano
14 ottobre 2008 – 11 gennaio 2009
Orari: 10.00 – 18.00. Lunedì chiuso
Catalogo: Silvana editoriale
Per informazioni e prenotazioni:
tel. 02.89420019
www.museodiocesano.it