"I musei sono luoghi che accolgono bellezza e intelligenza. Anche per questo, entrando qualche settimana fa nel MAGA dopo il brutale incidente che tanto sta facendo soffrire tutte le persone in vario modo coinvolte, ero preoccupato di trovarvi ormai solo distruzione senza senso. Invece il museo mi ha sorpreso, ed è questo che le mie fotografie provano a far vedere. (…) C'è anche un'altra cosa della quale mi sono accorto: in questo momento, credo che il MAGA non sia un museo, bensì tutti i musei italiani. La sua immagine, così drammatica e così ricca al tempo stesso è l'immagine, per me, della cultura in Italia, di quello che siamo e facciamo e cerchiamo di fare".
Sono, questi, alcuni degli stralci più commoventi della lunga lettera di Luca Andreoni inviata a "Emma, Giulia ed Alessandro", una missiva che ben accompagna gli scatti dell'interno del Museo gallaratese, ferito dal grave incendio. E pare davvero che la grande rassegna, aperta in Triennale, sia innanzitutto una mostra di testimonianze: di storia del collezionismo, mecenatismo contemporaneo, critica d'arte e collaborazioni di artisti.

Oggi, i lavori di bonifica degli spazi espositivi, il ripristino degli impianti e dell'intera struttura rendono inaccessibile il Museo e la visione della sua collezione al pubblico. Tutte le opere della collezione sono state salvate dall'incendio e trasferite in depositi temporanei. Ora grazie alla sensibilità e all'aiuto di altre istituzioni culturali che hanno immediatamente sostenuto il proposito del museo cittadino di non fermare le proprie attività, il patrimonio della collezione parte in trasferta verso sedi espositive prestigiose. 

"E subito riprende il viaggio…" Opere dalle collezioni del MAGA dopo l'incendio è un unico progetto declinato in due mostre differenti ospitate alla Triennale e successivamente a Villa Reale di Monza.

La rassegna di Milano comprende oltre cento opere tra le più significative dagli anni Cinquanta del novecento ai giorni nostri delle collezioni del MAGA, secondo un percorso cronologico e tematico che si snoda attraverso diverse sezioni, volte ad evidenziare le principali trasformazioni e sperimentazioni dei linguaggi artistici nella storia dell'arte italiana. Armida Gandini, Emilio Vedova, Mario Sironi, Atanasio Soldati, Giorgio Griffa sono solo alcuni dei nomi di questo lungo racconto.

Seguono, poi, altre sezioni che rendono conto degli sviluppi dei linguaggi artistici della seconda metà del novecento e, insieme, raccontano delle storiche mostre realizzate dal Museo; e qui si ritrovano altri nomi, altre correnti e altre sperimentazioni: Lucio Fontana, Davide Boriani, Enrico Baj, Chiara Dynys, Alice Cattaneo e Giancarlo Norese che, dopo un drammatico pianto, riparte di slancio. Un po' come la rinascita che viene augurata al Museo gallaratese.