Milano, il monumento a Giuseppe VerdiMilano, il monumento a Giuseppe Verdi

Mamma, perdo il treno… – Varese rischia di perdere un appuntamento culturale di grande spessore. In città, complici i tagli alla cultura, poco o nulla si è fatto e si farà dal punto di vista delle rassegne d'arte in questo anno all'insegna del 150° dell'unità. Eppure, nella provincia, ci sono tesori di enorme valore che per essere meglio conosciuti e valorizzati devono sbarcare in altre province italiane. Sono ben tre le opere che dal Museo Butti di Viggiù raggiungeranno il Veneto per la mostra: "Scolpire gli eroi. La scultura al servizio della memoria", un omaggio ai protagonisti più o meno noti del Risorgimento, visti attraverso i bozzetti di monumenti firmati da grandi artisti. Saranno esposti nella mostra di Palazzo della Ragione a Padova, dal 15 aprile fino al 26 giugno, il bozzetto per il Monumento a Giuseppe Verdi (destinato ad essere collocato in piazza Buonarroti a Milano), quello per il Garibaldi a cavallo e la piccola scultura di Giuseppe Sirtori, eroe delle Cinque Giornate di Milano del 1848. Un tris di piccoli capolavori viggiutesi.

La mostra di Padova, curata da Cristina Beltrami e Giovanni Carlo Federico Villa, rientra nelle importanti iniziative nazionali per il 150° dell'unità d'Italia. Dunque, per ritrovare il posto che gli spetta, e cioè quello tra i grandi della scultura dell'800, il nostro Enrico Butti deve partire alla volta di Padova. E mentre Milano mette sul tavolo un poker di eventi al museo del Risorgimento, come la bellissima mostra: "Napoleone III e l'Italia. La nascita di una nazione. 1831-1870", a Varese tutto tace. Niente omaggi a quei grandi maestri dell'arte ai quali

Viggiù, il monumento a GaribaldiViggiù, il monumento a Garibaldi

sono intestati musei civici e piazze cittadine e che hanno segnato una pagina importante della storia moderna.

Quella di quest'anno ci sembra possa essere una bella opportunità per riscoprire i maestri italiani di pittura e scultura degli anni '60 e '70 dell'Ottocento, troppe volte relegati negli scantinati dei musei o nei manuali di storia dell'arte, quasi schiacciati e decisamente fraintesi tra i rossi papaveri e le rigogliose bagnanti degli Impressionisti e gli enigmatici Preraffaelliti e Simbolisti. Un'opportunità da non perdere per poter riscoprire gli anni che precedono il 1861 e il decennio immediatamente successivo, fondamentali per il rinnovamento estetico dell'arte italiana, raggiunto – non senza fatica – anche grazie alla costituzione delle scuole locali nel napoletano, in Piemonte, in Toscana e nella "scapigliata" Lombardia.

Noi, intanto, torniamo al Museo Butti di Viggiù a gustarci i rilievi e le sculture del Minatore, sfinito sui suoi strumenti di lavoro, del soldato accovacciato che riposa con le gambe raccolte nel gruppo della Tregua, della Santa Rosa da Lima raccolta in preghiera o del bimbetto stizzoso che frigna.