“Sogno d’estate 2019” è una manifestazione d’arte dell’Associazione dei Liberi Artisti della Provincia di Varese che si svolge per tutta l’estate 2019 nella “Location Camponovo”, al Sacro Monte di Varese, negli ambienti di quella che avrebbe dovuto essere una chiesa mai ultimata.

In questo suggestivo contesto, alcune sale sono dedicate alla mostra collettiva “Al Femminile” alla quale partecipano 11 artiste dell’associazione e alla personale di Ferdinardo Pagani.

Le artiste espongono le loro creazioni scultoree e pittoriche, traducendole da sapienti tematiche di attualità, senza rinunciare alla propria capacità nell’espressione artistica. La prima opera che si incontra è una grande tela, iperrealistica, di Maria Teresa Barisi e una scultura di Gabriella Barioni che evoca con nostalgia terre lontane. Le tele di Franca Carrà richiamano al puntuale perfezionismo pittorico, mentre le sculture in ceramica Raku di Anna Bernasconi rappresentano una proposta artistica innovativa. Anna Dubini si è espressa esponendo opere ceramiche integrate da sottili elementi di rame. Un tocco di allegria si nota osservando le figure danzanti di Irene Cornacchia. Proseguendo il percorso si possono apprezzare le sculture di Malù Cruz Piani, eclettica artista e i dipinti di Sara Galati che ci ricorda reconditi luoghi palustri. Le opere di Serena Moroni esaltano la diretta relazione tra terra e infinito. Ana Elena Sasu si esprime nelle opere in stile art decò e Valeria Giacomini apre una finestra panoramica con il suo trompe-l’oil raffigurando il quotidiano colto di sorpresa e riportato sulla tela.

Due parole a parte sono da riservare alle nuove “reclute” dell’associazione: Malù Cruz Piani e Ana Elena Sasu.

Malù Cruz Piani, brasiliana, si ispira a Henri Moore e il suo stile è antropomorfo: le sue sculture sono figurative ma astratte allo stesso tempo e hanno una grande forza evocativa.

Ana Elena Sasu, rumena, basandosi sulla vetrata classica e sulle icone ha scelto il vetro come supporto per ottenere colori trasparenti e tridimensionali che sono protagonisti insieme alla figura della donna. Partendo dall’arte antica ha elaborato uno stile e una tecnica personale.

Ferdinando Pagani, diplomato in Pittura all’Accademia di Brera a Milano, presenta 30 tele di innovativo contenuto artistico che tracciano il suo cammino d’artista nell’esperienza pittorica alla ricerca di nuove espressioni mirate a rappresentare l’essenziale. I riferimenti sono ancora quelli della realtà, e il segno è morbido e flessuoso e mira a disperdere l’immagine in atmosfere vagamente oniriche dove la realtà tende a diventare sogno o evocazione. La pittura diventa un metodo di indagine interiore in cui l’artista scruta nel più profondo della sua mente per poter cogliere la pura essenzialità. Lavora con materiali poveri come il bitume: lascia volutamente degli spazi vuoti, non trattati, che sono – come dice l’artista- “quelle parti del racconto che non ci si ricorda” in modo che l’attenzione si concentri sul fulcro della narrazione. Alcune opere sono anche in acrilico oppure utilizza come supporto, bagnandola e sfrangiandola, la carta rosaspina che normalmente si usa in incisione per le prove di stampa.

La rassegna artistica prosegue nelle altre sale dove sono esposte le opere di altri componenti dell’associazione. Il programma espositivo continuerà per tutta l’estate e il mese di luglio le sale saranno oggetto di un’altra mostra collettiva di rinnovata tematica e due mostre personali distinte.

Cristina Pesaro