Villa Borletti ante restauroVilla Borletti ante restauro

Architetto, visitiamo con lei una porzione dell'antica dimora di Origgio, giacché buona parte di essa venne demolita meno di venti anni fa. Siamo in presenza di un bene architettonico salvato in extremis?
"Più che di salvataggio in extremis, preferisco pensare ad un bene finalmente riacquistato alla comunità cittadina. Un restauro, che consente il recupero di un bene architettonico di valore storico come villa Borletti di Origgio, non è solo un guadagno in sé (storico, estetico, funzionale e di fruizione) ma porta un valore aggiunto all'intero centro storico, definito per eccellenza "ambiente dell'uomo", realtà dinamica e vitale abitata da persone, sede di quotidiana vita, di lavoro, di svago".

I restauri traggono origine da uno studio e da una catalogazione partiti diversi anni fa. Possiamo dire che quest'ultima resta lo strumento di indagine e di conoscenza per eccellenza nel campo dei beni culturali? Prendendo in prestito le parole di Brandi, essa costituisce il "momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte"?
"Certamente. La prima catalogazione alle componenti architettoniche l'ho cominciata nel 2000. E già da allora emerse chiaro il valore storico di villa Borletti. Quella completa e pervasiva catalogazione dell'immobile in ogni suo particolare sta di fatto guidando e suggerendo il restauro e gli interventi conservativi. Ma c'è di più. Da quello studio deriva una minor indeterminatezza della fase di progettazione e di realizzazione in corso d'opera. Questo significa minori costi e miglior risultato".

Quali sono le tappe storiche principali attraversate da

La sala a piano terra durante i lavori di consolidamentoLa sala a piano terra durante i lavori
di consolidamento

Villa Borletti?
"La dignità architettonica dell'edificio, definito negli antichi mappali di catasto come casa da massaro, è da attribuire al prestigio sociale e alle fortune economiche legati alla famiglia Borletti che la possedette per circa un secolo (1857-1967). Ma la villa ha origini ben più antiche. E la lettura e l'analisi del catastino per il Ducato di Milano del 1755, ci permette di scoprire che l'antico complesso era nelle mani dei Borromeo, così come la maggior parte della proprietà terriera dell'antigo borgo. L'originario insediamento abitativo era infatti costituito da case da massaro, rustici ed orti raccolti attorno alla residenza dei Borromeo che si ergeva su una zona lievemente elevata. Chiarificatrice delle mutevoli condizioni succedutesi nei secoli è la constatazione che nella seconda metà del Settecento l'edificio passò nelle mani dei fratelli Rigola, Giovan Battista e Giuseppe fu Agostino. Nel giro di un paio di generazioni, i Rigola, proprietari di qualche pertica, hanno aumentato notevolmente il loro patrimonio soprattutto nel periodo napoleonico, quando vennero incamerati i beni ecclesiastici e i Rigola, verso i quali l'esercito francese doveva avere dei debiti, poterono acquistare altre proprietà. Forse alla famiglia Rigola sono attribuibili le trasformazioni dei prospetti esterni della Villa, come attestava un'incisione datata 1775 che si trovava sull'intonaco della facciata ovest prospiciente il parco, oggi purtroppo perduta".

Spazi all'interno della Villa a restauro quasi ultimatoSpazi all'interno della Villa
a restauro quasi ultimato

Le numerose vicende storiche sono ancora "leggibili nelle mura" dell'edificio?
"Sì, certamente. Abbiamo effettuato alcuni saggi nei muri che hanno fatto riaffiorare antichi mattoni crudi databili al XVI secolo. Tutte le strutture architettoniche sono state consolidate, recuperando le antiche tracce di colore nei soffitti, tutti i serramenti Settecenteschi e gli originali profili esterni che corrono attorno alle finestre. Nell'ambiente principale a piano terra sono stati portati alla luce antichi dipinti che fingono una tappezzeria e la decorazione a marmorino delle grandi colonne (laboratorio di restauro scientifico e conservativo di Alessandra Caccia e Francesca Bazan). Si tratta di uno spazio monumentale che verrà usato dal Comune per i matrimoni civili. Anche gli antichi soffitti lignei e tutte le parti metalliche (grate alle finestre, protezioni delle scale e corrimano), così come i pavimenti in splendido cotto sono stati recuperati e sottoposti a consolidamento".

Mi sembra di capire che il lavoro di consolidamento sia

Saggio con rimozione del vecchio intonacoSaggio con rimozione
del vecchio intonaco

stato il principale e il più elaborato?
"Infatti. Una cosa è parlare di semplice di ricostruzione che non impone il mantenimento dei materiali originali; un'altra è parlare di consolidamento che certamente ha costituito il più complesso lavoro in Villa Borletti. L'intervento conservativo ci permette non solo di ristabilire un adeguato livello di sicurezza statica, ma di ripristinare e conservare i manufatti storici, tutelando "i segni del tempo". Allo stesso modo gli interventi moderni, aggiunti per garantire una perfetta tenuta dell'immobile, sono assolutamente riconoscibili nella loro modernità. Certo oggi risulta molto difficile trovare botteghe che siano in grado di riprendere antichi disegni e lavorazioni manuali dei materiali (dal ferrobattutto, al legno sagomato). Oggi si procede serialmente e credo che stia scomparendo l'idea stessa di bottega artigianale".

Quale sarà la destinazione d'uso di Villa Borletti a fine restauro?
"Villa Borletti manterrà la sua vocazione pubblica, diventando uno spazio espositivo e destinando alcuni locali ad uffici comunali e ad associazioni. Mi preme sottolineare un altro aspetto: all'interno, dove le diverse fasi storiche prendono corpo in diversi piani di calpestio, abbiamo creato un percorso per disabili con ascensori che conducono ai diversi livelli della Villa. Il tutto nel pieno rispetto delle strutture originali".