Un disegno del PiccioUn disegno del Piccio

Una decina di anni fa – Nel 1996 i disegni picceschi della raccolta di Piero Chiara, freschi di acquisizione da parte del comune di Varese, vennero esposti in Sala Veratti, tra la mostra di Fontana e quella successiva di Pogliaghi. Segno tangibile di una volontà di recupero, a partire dall'opera grafica dei grandi nomi che, nati o transitati da Varese, ne hanno in qualche modo illuminato il nome. Il pregio di quel piccolo filotto muoveva dall'identità territoriale di quelle tre collezioni: private o pubbliche che fossero, erano tutte  varesine. La collezione di disegni di Piccio, poi, derivata direttamente dall'illustre scrittore, era da poco il fiore all'occhiello di una nuova politica museale di acquisizioni. La mostra, lo si diceva chiaramente, aveva i suoi limiti. Presentava, senza approfondire a livello scientifico e filologico, il fondo, peraltro già conosciuto per essere stato editato in altre pubblicazioni precedenti a cura anche di Marco Valsecchi oltreché dello stesso Chiara, in vista di ulteriori e auspicati approfondimenti.

Lungo periodo di studio
"Il Piccio nella collezione di disegni e nelle carte di Piero Chiara", la mostra che va ad inaugurare il 14 dicembre al Castello di Masnago ad undici anni di distanza rappresenta quel passo auspicato, prendendo decisamente le distanze dalla semplice presentazione di allora: "E' un progetto con più ambizioni, sul quale punto e puntiamo molto, che ha richiesto un lungo periodo di studio e il coinvolgimento di studiosi importanti", chiarisce Serena Contini, da anni responsabile e curatrice dell'eredità di Piero Chiara acquisita dal Comune di Varese nell'operazione che nel 1996 ha portato insieme alla biblioteca, l'archivio, la corrispondenza e il fondo piccesco. Un coinvolgimento a partire da Pierluigi De Vecchi, ad esempio, geniale studioso e divulgatore di arte rinascimentale, ma anche autore del catalogo ragionato del Piccio, nonché curatore della recente mostra cremonese dello scorso anno che ha ridato fiato alla fama del rivoluzionario pittore di Montegrino.

Particolare dell'allestimentoParticolare dell'allestimento

I paranchi sospesi – Una mostra con ambizioni anche scenografiche per le quali è stato coinvolto è anche Paolo Zanzi. Sua è l'idea di un ambiente che rimandi nelle cromie e nelle strutture che ricordano i paranchi usati per la pesca nel Po ai fortissimi legami tra l'opera pittorica e grafica del Piccio con l'acqua; elemento che pervade le scene bibliche di tante tele e disegni, che invade i suoi paesaggi panici, l'elemento che infine lo cinse nell'attimo finale della sua ancora in gran parte misteriosa esistenza.

I temi – Un appuntamento che, in tutta evidenza, fa di tutto per sganciarsi dall'immediato precedente varesino, costretto allora nelle monastiche teche di Sala Veratti: del Piccio Serena Contini approfondisce gli aspetti biografici rintracciando documenti originali, tra cui l'atto di nascita, la presentazione fotografica del paese natale Montegrino Valtravaglia e due autoritratti ad olio provenienti dalla Galleria d'Arte Moderna di Milano. Di sua competenza anche l'approfondimento del rapporto tra Piero Chiara e il Piccio, sbocciato come una vera e propria passione a Varese quando Valsecchi allestì una ancora memorabile mostra nel 1952; a De Vecchi il compito di ricostruire filologicamente la genesi dei singoli disegni, in un lavoro che rimarrà, da oggi, parte integrante  del patrimonio museale. Così come è stata anche occasione la mostra anche per un ripensamento

I partner
– A dire l'impegno profuso, basti ricordare la presenza di Regione Lombardia, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Varese, di quella di  Cremona, del Comune di Cremona e Comune di Montegrino Valtravaglia, in collaborazione con gli Amici del Piccio, l'associazione nata a Montegrino qualche anno fa, e sotto gli auspici della Associazione Amici di Piero Chiara. In particolare l'attivissima Associazione Amici del Piccio che più si è spesa per mantenere alta l'attenzione sul pittore garantirà all'esposizione due rari volumi di studio. Il catalogo di mostra è di Silvana, con testi di Pierluigi De Vecchi, Maria Piatto, Serena Contini, Valerio Guazzoni, Emanuela Bertoni. Premessa di Federico Roncoroni. Con una raccolta di scritti di Piero Chiara dedicati all'artista.