"I nostri comuni sono spesso delle scatole chiuse, noi vorremmo aprirle, con la creatività, mettendoci in gioco, dimostrando che l'energia dei giovani può essere incanalata, in modo dialettico ma propositivo". E' la filosofia di Opne Box, la due giorni artistico-musicale che avrà luogo a Venegono Inferiore, nei locali enel giardino di Villa Molina.

Un concorso di opere e di idee aperto a giovani di tutta Italia, sotto i 35 anni, senza un tema prescelto, senza vincoli di tecnica, l'unico criterio la dimensione della presenza: anche cento opere se di dimensioni ridotte, un'opera sola, invece, se di dimensioni monumentali, a discrezione del comitato organizzativo. Pittura, scultura, fotografia, videoarte, streetart.

Detto così sembra un happening improvvisato. In realtà il bando è stato diffuso da tempo anche sui canali istituzionali del comune di Venegono e per altre vie. Gli organizzatori da più di un mese hanno già visionato le opere arrivate e stanno da tempo predisponendo un allestimento che tenga conto di tutte le esigenze. Organizzazione e serietà. Sono anche questi gli obiettivi che i "ragazzi di Venegono" si prefiggono, per questa che è una sorta di battesimo di fronte alla propria comunità.

"Non abbiamo sigle o nomi, non siamo un gruppo definito – ci spiega la mente dell'iniziaitiva Mattia Lischetti – siamo solo un gruppo di giovani del paese che vorrebbe mostrare alla gente che non siamo solo degli sbandati come normalmente ci dipinge. E sopratutto dare una carica vitale a questo paese che è come se avesse un buco: ci sono i bambini, poi gli anziani. I giovani sono quasi entità non conosciute o riconosciute".

Ci sono stati alcuni problemi, alcune incomprensioni, sopratutto con il gruppo di anziani che normalmente gestisce gli spazi di Villa Molina; questo è il rammarico di Lischetti, che vede negli episodi il segnale di un dialogo intergenerazionale complesso, uno aspetto di quella scatola chiusa che si vorrebbe aprire. Più vicine invece le istituzioni che hanno partecipato, seppur con solo 500 euro, alle spese.

"Per chi come tanti di noi ha vissuto anche solo a Milano, per non dire New York o Londra – continua Lischetti – è difficile non sentire la mancanza totale di aperture, di collegamenti con la creatività giovanile, con l'arte, con il dialogo e il confronto. Con Open Box vorremmo provare ad aprire uno spiraglio. A rischio forse di sembrare invadenti ed anche un po' aggressivi agli occhi di tutti, ma mi auguro una condivisione positiva".