Una tavella di Bonifacio BemboUna tavella di Bonifacio Bembo

Dalla Confartigianato Varese ci arriva un'importante segnalazione: fino al 28 febbraio una mostra importante è aperta Milano.

Un intero anno di lavoro, con il coinvolgimento di alcune imprese di Confartigianato Varese e il sostegno economico della Fondazione San Giuseppe dell'Associazione varesina, per riscoprire alcune preziose tavelle lignee del pittore cremonese Bonifacio Bembo.

Le sette opere saranno esposte sino al 28 febbraio 2013 nelle vetrine delle sale 2 e 3
(le stesse che ospitano dipinti del Botticelli e del Bramantino) alla Pinacoteca della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Si potrà accedere alla mostra – dal titolo "Il colore dei volti" – dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18 (chiusa il lunedì). Chiusure straordinarie, il 25 dicembre 2012 e il 1° gennaio 2013. Biglietto d'ingresso a euro 15 (intero) e 10 (ridotto per under 18, over 65, studenti universitari).
Ingresso gratuito per bambini fino ai 14 anni (massimo 4 bambini per adulto pagante).

Il catalogo "Il colore dei volti",
realizzato appositamente per il restauro delle tavelle di Bembo, è in vendita a euro 10 presso la Biblioteca Ambrosiana. All'interno si trovano la storia del ritrovamento delle "tavelle da soffitto" al Museo Pogliaghi del Sacro Monte (a cura di Isabella Marelli; responsabile per il territorio di Varese della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici di Milano), il racconto dei singoli passaggi che hanno portato al restauro (a cura di Valeria Villa del Centro Studi per la Conservazione e il Restauro di Velate), un approfondimento diagnostico delle opere (a cura di Chiara Sotgia della C.S.G. Palladio di Vicenza) e le stampe delle sette tavelle prima e dopo il restauro.

Un restauro che riveste un'importanza storica non solo per il territorio varesino: ne abbiamo parlato con Valeria Villa.

Una tavella di Bonifacio BemboUna tavella di Bonifacio Bembo

Un progetto "europeo"?
Storico ed "europeo", perché ha permesso di creare un fil rouge tra Parigi, Ginevra, Cremona, Milano e Varese: le città nelle quali sono conservati altri "cicli" di questi manufatti di Bembo. Tutte le tavolette, poi, provengono dal Monastero della Colomba di Cremona: ambiente sì monastico ma anche con sale aperte al pubblico e con opere d'arte preziose, perché le monache appartenevano a famiglie nobili del tempo.

Con la scoperta varesina si chiude il cerchio?
Sì, perché le cinque città sono legate l'una all'altra e ci permettono di ricostruire il percorso storico di Bembo attraverso la dinastia degli Sforza. Le tavelle, poi, non erano state archiviate e si deve anche alla dottoressa Isabella Marelli la lungimiranza di aver colto in queste opere – quasi abbandonate al Museo Pogliaghi – qualcosa di veramente straordinario.

Anche per il territorio varesino?
Si riporta in auge la necessità del Museo Pogliaghi: un gioiello che deve essere aperto nuovamente al pubblico perché è un patrimonio di tutti. Se da parte della comunità ci fosse la giusta attenzione, il territorio ne potrebbe guadagnare anche dal punto di vista turistico.

Opere di botteghe artigiane quelle di Bembo?
Bembo era a capo di una bottega "sapiente" nella quale i suoi fratelli e i "ragazzi-apprendisti" raggiungono livelli artistici elevatissimi. Un ottimo esempio di maturazione di quelle botteghe artigiane del Quattrocento nelle quali si applicavano materiali e tecniche preziose. A quell'epoca, le botteghe artigiane era tantissime e rappresentavano un punto di riferimento: il fatto che oggi stiano scomparendo, deve far riflettere.

Cosa consiglia a chi vorrebbe visitare la mostra?
Di seguire con attenzione ciò che si racconta nel dvd allegato al catalogo. Si sono raccolti tutti i dettagli delle scoperte avvenute in un anno di tempo. A noi forse servirà poco; ma tra cento o duecento anni gli studiosi e il pubblico si renderanno conto dello sforzo e dell'impegno messi in campo per rendere pubblica la bellezza di questi manufatti. Consiglio al pubblico di gustare le tavelle soffermandosi sui dettagli: il vero segreto è di concedersi il tempo necessario. "Si tratta di un'operazione che segna un punto di svolta nell'attività della Fondazione San Giuseppe di Confartigianato Varese – dichiara Mauro Colombo, direttore generale dell'Associazione di Viale Milano – Sino allo scorso anno, infatti, l'impegno della Fondazione si è concentrato nella sfera del sociale e della solidarietà. Ora, ci muoviamo in un campo decisamente diverso – quello della cultura  – con l'obiettivo di valorizzare sì la professionalità delle nostre imprese ma anche il patrimonio artistico, non sempre apprezzato, conservato sul nostro territorio. Il recupero delle tavelle testimonia il senso di responsabilità di chi fa impresa, e di chi l'impresa la rappresenta, in provincia di Varese. Un territorio ancora da scoprire e che merita attenzione".