La copertina del libroLa copertina del libro

L'architettura del Rinascimento in Lombardia, e in particolare sul nostro territorio, è davvero sempre riconducibile a Bramante o alla "scuola bramantesca"? Da questo quesito ha preso avvio lo studio condotto dall'architetto Augusto Spada pubblicato nel volume "Il Bramante a Busto? Architettura del Rinascimento nel Milanese", edito da Macchione Editore, che sarà presentato venerdì 10 dicembre nella chiesa Santa Maria a Busto Arsizio.

Architetto Spada, come ha avuto inizio la sua ricerca? "Sono partito dallo studio dei cosiddetti edifici bramanteschi a pianta centrale presenti sul territorio; nello specifico ho preso in considerazione la chiesa di S. Ambrogio a Lonate, la chiesa di S.Maria di Piazza a Busto Arsizio e di S.Magno a Legnano. Quello che ho voluto dimostrare è che questo tipo di pianta deriva da una tradizione costruttiva tipicamente lombarda, che risale addirittura a quando Milano era capitale dell'Impero, con i noti esempi di S.Lorenzo alle Colonne e S.Nazaro".


San Lorenzo, MilanoSan Lorenzo, Milano

Quindi sta dicendo che questa tipologia costruttiva è già insita nei nostri "geni". E in tutto questo Bramante che ruolo svolge? 

"Bramante è da sempre considerato il principale protagonista dell'architettura del Rinascimento lombardo. Ma non è proprio così: arriva a Milano, chiamato da Ludovico il Moro, in veste di pittore e da lì inizia per la prima volta a occuparsi di architettura. Molti degli edifici a lui ricondotti, lo stesso intervento a Santa Maria delle Grazie a Milano, sono frutto di attribuzioni di epoca successiva, ma spesso la sua presenza non è effettivamente documentata. Diciamo che il ruolo di Bramante alla corte può essere definito, in termini moderni, quello di un "testimonial" di fama, che doveva rappresentare l'arte alla corte ducale". 

E quindi chi effettivamente ha realizzato gli edifici dell'epoca? 
"Gli ingegneri ducali, molto meno famosi, pagati pochissimo, e non passati alla storia, che nel loro operare si rifanno appunto alla tradizione costruttiva lombarda. Tra questi c'è anche Antonio da Lonate, a cui

Santa Maria, disegnoSanta Maria, disegno

sono stati ricondotti i tre edifici di Busto, Legnano e Lonate, accomunati dal medesimo volume centrale a pianta ottagonale. Molto attivo sul territorio, realizzò anche il modello ligneo del Duomo di Vigevano, allora sotto dominio degli Sforza". 


Quali sono le fonti che documentano la mano di Antonio da Lonate? 
"Per Lonate abbiamo esaminato i capitolati dell'epoca, insieme con il prof. Bertolli, per Busto Arsizio la fonte è stato Crespi Castoldi che citava un certo "Lonati", mentre per Legnano il Prevosto Pozzo parlava di San Magno proprio come concepita "su modello" di quella di Busto Arsizio". 

Altre curiosità in merito al nostro autentico architetto?
"Nel mio libro ho provato ad immaginarmi come sarebbe stata la chiesa di S.Maria a Busto se fosse stata terminata da Antonio da Lonate, con il suo esterno originale in cotto. In realtà il successivo intervento di Tommaso Rodari, autore del tiburio a loggiato con quelle sue guglie originalissime, è quello che ha conferito l'immagine della chiesa che noi tutti ancora oggi ammiriamo: uno degli esempi più luminosi del Rinascimento lombardo…che nulla ha di derivazione fiorentina!".
Augusto Spada, "Il Bramante a Busto? – Architettura del Rinascimento nel Milanese"
Pietro Macchione Editore, 2010 
pp. 52, euro 14,00
isbn 978-88-6570-030-3
Presentazione: Santuario di Santa Maria, venerdì 10 dicembre 2010, ore 18.00 
Saranno presenti l'autore e l'editore, oltre al sindaco Gigi Farioli, autore della presentazione del testo