I tesori di Busto Arsizio, cofanetto con DVDI tesori di Busto Arsizio,
cofanetto con DVD

Ti regalo una storia – È Monsignor Franco Agnesi, prevosto della città, a dare il benvenuto nel video intitolato "Tesori di Busto Arsizio", il primo e unico documentario in Italia in alta definizione (full HD), presentato in un cofanetto contenente un DVD e un Blu-Ray disc. "Il 400° anniversario della posa della prima pietra della Basilica di San Giovanni Battista – introduce Monsignore – ha fatto sorgere in noi il desiderio di farvi compiere un itinerario di conoscenza di questo tesoro, nella storia, nell'arte e nella fede. Un tesoro che è unito ad altri gioielli di questa città. Vi accompagneremo a conoscere il Santuario di Santa Maria di Piazza, straordinario esempio di arte e luogo in cui la gente di Busto ritrova la forza e la fiducia nella Madonna dell'aiuto. E incontrerete altre due meraviglie: il codice di Busto, uno straordinario documento liturgico medievale che è d'ispirazione ancora attuale del nostro pregare e celebrare. E poi un grande artista, figlio della nostra terra, che ha voluto regalarci il suo tesoro: quello della musica e del suo violino, il maestro Uto Ughi".

Non solo richiamo per turisti – La prima schermata del

San Giovanni di Busto ArsizioSan Giovanni di Busto Arsizio

documentario consente di selezionare uno dei quattro tesori: partiamo dalla Basilica di San Giovanni Battista, la cui ricostruzione data proprio al 1609, su progetto di Francesco Maria Ricchino, il più grande architetto del Seicento lombardo. In 19 minuti circa viene raccontato il più importante tempio sacro della città. Nell'architettura, la soluzione più originale del Ricchino fu l'adozione di un secondo transetto che trasforma la pianta longitudinale della basilica in una doppia croce greca. La cupola, che raggiunge i 37 metri al lanternino, venne presumibilmente voltata nel 1634 – 35. La solennità e il rigore del Ricchino sono particolarmente evidenti nelle strutture esterne e nell'abside originariamente progettata con sei finestre due delle quali murate per fare spazio agli affreschi interni di Biagio Bellotti (la più vivace personalità dell'arte bustese). I lavori di ricostruzione durarono quasi 40 anni soprattutto a causa della peste del 1630 che impose un arresto per quasi 5 anni. Il campanile con mattoni a vista è una struttura tipica lombarda del quattrocento, portata a termine per la chiesa antica da Pietro Francesco Crespi e mantenuta immutata nella ricostruzione della nuova basilica del 1609. La statua della beata Giuliana, probabilmente disegnata dal Bellotti, fu spostata dal sagrato alla base del campanile nel 1924, dove oggi ancora si trova. La beata Giuliana, di origine bustese, è rappresentata con la brocca utilizzata per dissetare i pellegrini del Sacro Monte di Varese e un crocifisso ornato di gigli. L'architettura della basilica, esternamente classicheggiante, una volta varcati i tre portali bronzei si rivela solenne e grandiosa.

La piazza antistante il Santuario di Santa Maria di PiazzaLa piazza antistante il Santuario di
Santa Maria di Piazza

Il secondo tesoro – L'origine del santuario di Santa Maria di Piazza è antichissima ma la ricostruzione nelle forme attuali risale al 1517, per mano di Antonio da Lonate. Tommaso Rodari da Maroggia è invece l'autore delle sculture dell'Annunciazione e dei bellissimi portali, ornati dalla colorata pietra di Saltrio. Si devono a lui anche le loggette, la cupola e la lanterna che hanno trasformato il Santuario in un vero gioiello rinascimentale. La torre campanaria medievale fu ricostruita nel 1584 e sopralzata nel 1886 dall'architetto Carlo Maciachini che adoperò anche la pietra di Viggiù. All'interno si spalanca all'occhio del visitatore lo straordinario spazio ottagonale, decorato da affreschi di Giovan Battista della Cerva, allievo di Gaudenzio Ferrari. Trentadue statue di santi (in legno e rivestite da biacca, ad imitazione della pietra), sono attribuite a Fabrizio de Magistris e decorano il tamburo alla base della cupola.

Tra le pergamene – Ben undici minuti sono dedicati al Codice Busto, custodito nella biblioteca Capitolare della città. Si tratta di un manoscritto liturgico medievale vergato su pergamena e risalente all'anno 875. Gli ampi spazi bianchi di ogni foglio e le poche abbreviazioni ci lasciano intuire la preziosità del codice, commissionato

Uto Ughi, mons. Agnesi e il sindaco Farioli (da internet)Uto Ughi, mons. Agnesi e il sindaco Farioli
(da internet)

da una comunità religiosa benestante. Il codex, contenente il capitolare e l'evangelistario, è un raro esempio di evangeliario utilizzato nella liturgia Ambrosiana nell'età precarolina. Molte carte hanno sofferto l'umidità, ma sul recto e sul verso della sottile pergamena si può ancora apprezzare la bella scrittura in inchiostro bruno e la sobria decorazione delle incipitali miniate che introducono i brani per l'Epifania, la Pasqua, la Pentecoste.

Musica e bustesi di fama – Il filmato si conclude con la presentazione del sindaco della città, Gigi Farioli (l'iniziativa è presentata e realizzata congiuntamente da Parrocchia di San Giovanni e Comune di Busto) che introduce all'ascolto del concerto di Uto Ughi, violinista di origine bustese e fra i più grandi musicisti al mondo. I pezzi gentilmente concessi per il progetto sono stati registrati il 24 marzo 2009 nella basilica di San Giovanni Battista, in occasione del concerto tenuto dal maestro e dall'orchestra "I Filarmonici di Roma".