'Interno di pescheria', 1956 Vaglieri'Interno di pescheria', 1956 Vaglieri

La storia come esordio – Apre una nuova sede espositiva per la galleria milanese Ostrakon rendendo omaggio ad una fase importante dell'arte italiana del secolo scorso qual è stato il Realismo Esistenziale. Una collettiva 'Al di là delle cose' curata da Chiara Gatti che coinvolge con oltre quaranta opere il nuovo spazio in Via Pastrengo, all'Isola di Milano e quella già avviata in Via Moscova. Un'esposizione pensata in due momenti distinti: il nucleo dei protagonisti che hanno dato vita al movimento milanese della fine degli anni '50 e successivamente coloro che hanno raccolto frutti e spunti per proseguire in una direzione simile. Ecco allora che non mancano i grandi nomi come Guerreschi, Romagnoni, Ceretti, Banchieri, Vaglieri seguiti da Giancarlo Cazzaniga, Giancarlo Ossola, Giovanni Lopresti, Liberio Reggiani, Giorgio Rossi, Giulio Scapaticci. Disegni, incisioni, dipinti e sculture ritraggono le sensazioni e gli animi che vivevano la Milano del Dopoguerra.

Al di là delle cose – Parlando di Realismo Esistenziale non ci si può sottrarre dal contributo fondamentale dato da Marco Valsecchi, colui che nel 1956 definisce le pulsioni e le opere che nascono da questi personaggi. Uomini, giovani che stanno vivendo da vicino la sensazione di distruzioni, annullamento, essicazione data dal conflitto mondiale e ancor più nel profondo respirano l'aria di una città che cerca di rialzarsi, di cambiare, di reagire nonostante le difficoltà. Sono le giovani generazioni che studiano nelle aule dell'Accademia di Belle Arti di Brera e poco lontano chiacchierano e discutono al Giamaica. Nella sezione 'storica' delle opere di questi artisti si trovano in mostra le immagini degli anni caldi dal 1956-1958: "Sono gli anni in cui Ferroni visita la Sicilia con Vaglieri e in cui quest'ultimo ritrae sulla tela coltelli, lame, pali della luce, le nuove periferie milanesi, stessa visione del mondo dipinto dallo stesso Cazzaniga in questi anni", precisa Chiara Gatti che nel testo critico in catalogo scrive: "Brani di una lucidità struggente. Pezzi di una quotidianità domestica fatta di tavolacci di legno e coltelli dalle lame sbeccate, cucine economiche, sedie impagliate, staccionate mezze rotte, specchi infranti e polli appesi per il collo. Una figurazione di impegno umano, elaborata (e sofferta…) sul campo, ma senza compromessi formalistici, concretizzata in immagini fortemente iconiche; un concentrato in potenza di situazioni di ordinaria tragedia".

Liberio Reggiani, 1995Liberio Reggiani, 1995

Opere tanto polverose – Le opere del gruppo originario animato dai maestri milanesi sono rappresentative nei dettagli, nelle atmosfere, nelle cromie e nei soggetti. Dalle chine inedite di Romagnoni agli urli, figure putrefatte e profili neri di periferie di Ceretti. In mostra alcune sculture di Gianfranco Lamon dal gusto espressionista in rame, gesso e cemento. Linguaggi e visioni fatti propri dagli artisti che negli anni Settanta e Ottanta ne raccolsero l'eredità. Molti nomi si ripetono proprio a voler descrivere una crescita delle singole personalità nel corso di qualche decennio. In mostra le opere tarde di Guerreschi, quelle di Ferroni degli anni '70, cappi, lame, macchie di sangue. E poi Lamon, Ossola e Fossa. Quest'ultimo con due dei suoi mondi metropolitani silenziosi e inquieti realizzati in legno. "Il riconoscimento di tali sviluppi entro il cono prospettico del realismo esistenziale aiuta tuttavia a comprendere le origini di un sentimento comune, come pure il superamento e il distacco da quello…è innegabile che la dimensione esistenziale tout-court persista in molte ricerche successive. Al di là delle cose. E al di là, anche, di un primo coinvolgimento con le vicende del gruppo. È una predisposizione che aleggia nell'aria", conclude la curatrice della mostra.

Curiosità sul luogoOstrakon. "Il nome della galleria non è riferito a nessuna messa al bando o esclusione, ma al bozzetto, alla freschezza del bozzetto. A quei frammenti di pietra che le maestranze egizie, nelle pause di costruzione e istoriazione di templi e tombe, usavano come supporto per gli schizzi. 'Tutto l'oro di Tutankamon per un ostrakon'. Così dicevo a me stesso dopo una visita al museo del Cairo. Ne faccio ora il motto e il paradigma programmatico della Galleria", dichiara Dorino Iemmi. "E' ambizione di discernimento, di selezione di quelle produzioni, nel vasto panorama artistico che va dagli anni cinquanta del secolo scorso ai tempi correnti, che, se indagate non superficialmente, trasmettono un incanto, quello della poesia", afferma Iemmi in merito alla scelta espositiva. Sono personalità quelle presentate in galleria che ad oggi non hanno trovato il riscontro del pubblico e tanto meno del mercato, volti che hanno fatto la storia dell'arte puramente italiana del '900 e che non hanno il giusto riconoscimento.

'Al di là delle cose'
a cura di Chiara Gatti
16 dicembre 2009 – 31 gennaio 2010
Galleria Ostrakon
Sedi: Via Pastrengo 15, 20159 Milano
Via Moscova 66, 20121 Milano
Tel. 3312565640
Orari da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30
catalogo in mostra
ingresso libero
dorino.iemmi@fastwebnet.it