Massimo ImparatoMassimo Imparato

Evidente professionalità – Dalla modernità della Torre di Foster, l'attenzione degli architetti varesini è giunta fino in America, al personaggio di Eero Saarinen che ancora riserva molte sorprese. Ad introdurre la serata Sandro Rolla ed Emanuele Brazzelli i due curatori della rassegna che, dopo significativi nomi di professionisti milanesi e non, ha visto la partecipazione dell'architetto Massimo Imparato. 'Colto e preparato' è stato definito da Rolla il relatore, ricco di esperienze operative tra design, brand e imprese. "Non si limita all'applicazione dei modelli, ma li studia e approfondisce – prosegue Rolla – oltre che essere un grande conoscitore dei materiali". Imparato ha avuto modo negli anni, lavorando alla Matrix International, di venire a contatto con la produzione, non solo architettonica, ma legata alla sfera del design di Saarinen. A testimoniare la particolarità dell'artista sono stati proiettati due filmati: "Eero Saarinen, the documentary" e "The American dream trilogy".

Oggetti senza tempo – Nato e cresciuto in Finlandia, Eero Saarinen è figlio del famoso architetto e primo presidente della 'Crembruk Academy of arts' Eliel

Eero SaarinenEero Saarinen

Saarinen. Dopo aver studiato scultura a Parigi, Eero emigra in America dove studia architettura a Yale e si diploma nel 1934. Nel 1937 inizia una collaborazione con Charles Eames che lo conduce a sviluppare una serie di mobili decisamente d'avanguardia. Sul piano dell'architettura uno dei suoi lavori di maggior grande impegno fu il centro tecnico della General Motors a Warren (Michigan) finito nel 1955. Il suo più grande e famoso progetto è il terminale 'TWA dell'aeroporto Kennedy' a New York. "Risulta notevole il contributo dato da Eeron al mondo del design – spiega Imparato – ma a mio parere è una figura ancora poco conosciuta per due motivi: l'architetto scompare prematuramente appena cinquant'enne nel 1961, all'apice della sua carriera, lasciando molti progetti in fase di lavorazione o addirittura in progettazione. Nei dieci anni successivi alla morte, i suoi collaboratori furono impegnati nella conclusione di tali lavori. Inoltre Eeron affrontava ogni lavoro in maniera differente, non per forza seguendo uno stile preciso; egli sentiva per ogni lavoro la necessità di reinterpretare, di rimettersi in gioco. Per questi motivi la critica ha fatto molta fatica a collocarlo in un filone o corrente, a comprenderlo appieno".

Matrix International – "Dieci anni fa per l'azienda ho iniziato una ricerca sui progetti del passato mai realizzati o passati in secondo piano, così sono venuto a conoscenza delle serie di Saarinen a me come a molti sconosciute. Un fondamentale contributo alla conoscenza della figura dell'architetto designer, è il volume edito dalla seconda moglie nel '62, un anno dopo la morte; qui la donna non si permette di criticare o dare una lettura dell'operato del marito, nè tantomeno di chiamare dei critici a farlo, ma considera il libro come un testamento artistico di Eero, facendo parlare i suoi scritti,

Gateway Arch, Saint Louis, MissouriGateway Arch, Saint Louis
 Missouri

appunti e progetti. Viene inserita una lista dei progetti di design più noti firmati da Saarinen in cui mancano molti di quelli recuperati dagli studi recenti.

La storia per immagini – Il primo filmato proiettato, 'Eero Saarinen documentary' era stato realizzato nel 2006 in occasione della mostra 'Eero Saarinen: Shaping the Future' tenutasi a Helsinki in Finlandia; la grande retrospettiva venne portata per quattro anni in un tour internazionale dall'Europe agli Stati Uniti, approdata a Yale nel 2010, in concomitanza del 100° anniversario della nascita. Testimonianze dei collaboratori dell'architetto ne descrivono l'animo e l'idea di progettazione e lavoro. Nel secondo filmato, 'The American dream trilogy', vengono messi a confronto i punti di vista sull'architettura di tre protagonisti dell'architettura contemporanea: Eero Saarinen, Mercel Breuer e Ludwig Mies van der Rohe.

Spunti di riflessione – Questo incontro è stato forse quello che più ha fatto riflettere sul ruolo dell'architettura oggi. Gli incontri promossi dall'Ordine di Varese, guidato da Laura Gianetti, intendono avvicinare il pubblico al mondo dell'architettura per guidare alla lettura dell'edificio, della struttura, del ruolo che questa disciplina così complessa e affascinante ricopre nella nostra società. Guardando indietro agli anni dello sviluppo del movimento moderno, si intuisce un forte desiderio di scoperta, di sperimentazione, di sviluppo che oggi sembra andato perduto. Ai giorni nostri si diffonde troppo spesso la visione individualistica del prodotto architettonico, l'autoreferenzialità dell'autore. E' un dato di fatto che si riconosce prima il nome dell'architetto che non lo stile o la funzionalità di una costruzione.
E, se come affermava Saarinen, l'architettura è in tutto ciò che ci circonda, non solo edifici, ma anche sedie, posaceneri, marciapiedi…dovremmo essere più attenti e lasciarci affascinare da tutto questo.

Prossimo e ultimo incontro, giovedì 1 luglio alle 20.30 con 'India: una città e un architetto Chardigarh e Balkrihna V. Doshi', introdotto da Arun Hazarika.
Ingresso libero.
www.ordinearchitettivarese.it