Comabbio – Ripercorre le fasi più salienti dell’opera di Ugo Nespolo la mostra ospitata nella Sala Lucio Fontana intitolata “Colori in movimento”. Si tratta di una panoramica sul lavoro dell’artista (pittore, illustratore, scenografo, cineasta, designer, scrittore) nei vari ambiti dove il percorso si focalizza su trentasei opere, le più rappresentative nei vari settori particolarmente prolifici.
Nel campo dell’arte applicata, vengono proposti i modelli creati dagli anni Ottanta ai Duemila per le scenografie di Turandot e Madama Butterfly (di Giacomo Puccini), L’Elisir d’Amore (di Gaetano Donizetti), oltre ai bozzetti dei costumi delle opere citate, di Don Chisciotte (di Giovanni Paisiello) e di Madama Butterfly in digitale.

Con le bottiglie “Molotov” si evoca la provocatoria denuncia delle lotte politiche del Sessantotto. Immancabile la citazione, in modo sarcastico, all’avanguardia, con la trasposizione su ricamo in seta di Fontana. L’”Italia d’azzardo”, raccontata con vezzo e ironia con l’arte delle tarsie in legno è il frutto di un’elaborata tecnica, per rivendicare il ritorno all’abilità artigiana e al decorativismo.

E’ importante sottolineare come dall’esperienza cinematografica sperimentale americana degli anni ’60 nasce il legame con Lucio Fontana. Proprio a Comabbio, nel 1966-’67 Nespolo con Enrico Baj chiesero al Maestro dello Spazialismo di indossare una divisa militare ottocentesca per il cortometraggio “La galante avventura del cavaliere dal lieto volto”.
L’esposizione infine è impreziosita da lettere, foto, cartoline, manifesti e libri che documentano un periodo di grande fervore culturale.

La mostra, a cura di Francesca Bellola e Massimo Cassani, proseguirà fino al 10 luglio con il seguente orario: sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30. Ingresso libero. Disponibile anche il catalogo con testi dell’artista, Francesca Bellola e Francesca Porreca

Note biografiche

Ugo Nespolo nasce a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si
Laurea in Lettere moderne. Nei tardi Anni Sessanta fa parte della galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali” – in qualche modo – rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà Arte Povera. Negli Anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli Anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi. Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano, Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia e tra il 1967 e 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana.
A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo Revolving Doors. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia. Con Enrico Baj, fonda L’Istituto Patafisico Ticinese che ad oggi, è riconosciuto come una delle più alte autorità nel settore.
Nei tardi Anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”. Nonostante le contaminazioni americane, non dimentica gli insegnamenti delle Avanguardie europee; é infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del Movimento Futurista: “Manifesto per la ricostruzione Futurista dell’universo” (1915). Da qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creativa in disparati ambiti, quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, scenografie e costumi di opere liriche.
La sua ricerca spazia anche dal punto divista dei materiali. Lavora con molteplici supporti e con tecniche differenziate: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, alabastro. Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità dei fatti e delle discipline che han da fare con l’estetica e il sistema dell’arte.
Nel Gennaio del 2019 l’Università di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Filosofia. La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti concettuali: “non si può fare arte senza riflettere sull’arte”. L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo; viene estrapolato dal suo uso comune e acquista valore di opera d’arte. Allo stesso modo non dimentica il passato, lo rivisita, lo reinterpreta, lo rende attuale attraverso la citazione e la rievocazione, dandogli nuova vita, rendendolo spunto di riflessione.