In occasione del centenario della nascita di Tonino Guerra, Ar-Te ha rieditato “I Bu” (I Buoi). Edizione fedele a quella pubblicata da Rizzoli nel 1972.
Accompagnato da affettuose introduzioni di Federico Fellini, Natalia Ginzburg e Enzo Siciliano, il testo comprende quattro distinti periodi: “I Scaraboc” (Gli scarabocchi 1946), “La s-ciupèda” (Il colpo di fucile 1950). “E’ Lunèri” (Il Lunario 1954) e “E’ ultim vèrs” (Ultimi versi 1972), tutti scritti in dialetto romagnolo con testo italiano a fronte.
IL 1946 segna la fine della prigionia in Germania del poeta, arrestato con l’accusa di antifascismo.
Il rientro a casa è liricamente descritto nella prima raccolta di versi con lo struggente ricordo di un Natale trascorso lontano da Santarcangelo avvenuto su una tradotta affollata e maleodorante a cui seguirono incubi notturni quale memoria di quel periodo.
Nelle successive raccolte il tempo scorre con la cadenza delle stagioni: il freddo, il caldo, il mutare degli umori della gente.
Tonino Guerra, animando i sensi, rende ogni cosa essenziale, come la sonorità di una voce, l’asprezza di un frutto acerbo, l’odore di una trave umida di pioggia, la vernice vecchia che si sfalda al tatto, lo sguardo rubato ad un gatto selvatico.
E in questo fare di cose si compie la creazione di quel piccolo mondo antico.

Tonino Guerra – “I BU” Ar-Te (pp. 179, Euro 16)

Mauro Bianchini