Duc d'OrleansDuc d'Orleans

Nutrito a classici e Sacre Scritture – Ignoto ai più, Henry de Triqueti. Il suo nome suona nobile e infatti lo era, nascendo in un castello vicino alla Loira agli albori dell'Ottocento. Padre diplomatico e madre svizzera, riceve naturalmente un'ottima educazione, nutrita dei classici e delle Sacre Scritture. Negli anni '30 e ‘40 diventa lo scultore preferito della Monarchia di Luglio e dell'aristocrazia al di qua e al di là della Manica. Nella rivoluzione del 1848 difende il Re Luigi Filippo d'Orléans, rimane ferito e diventa protestante. Visita ripetutamente l'Italia, nell'ultima parte della sua vita ottiene dalla Regina Vittoria l'incarico di decorare la Cappella Funeraria del consorte Principe Alberto.

Di qua delle Alpi
– Un artista con queste aderenze viene proposto dal Museo Vela di Ligornetto in una mostra che segna la prima volta di Triqueti al di qua delle alpi. L'occasione è affascinante e utile a riscoprire una stagione della scultura europea molto più sfaccettata di quel che si crede. L'arte di Triqueti si pone all'incrocio di diverse culture, per formazione e per vocazione: nasce neoclassica, attraversa il Romanticismo, non si lascia nemmeno sfiorare dal Realismo. Rivela un gusto e un accento preraffaellita, preannuncia addirittura cadenze floreali, distilla cultura biblica e letteraria con una lucidità molto francese che ha bagnato la creta nelle pure acque del Quattrocento italiano. Triqueti è scultore colto e inafferrabile, dalla tecnica sopraffina e anche sperimentale, dagli esiti sentimentali e intellettuali insieme. Cita Poussin e tanti altri, a partire dal contemporaneo pittore Ary Scheffer. Tuttavia, è impossibile liquidarlo come eclettico.

La porta della Madeleine, part.La porta della Madeleine, part.

La squisitezza dell'ornamento – Un grande vaso ci accoglie e proietta nel Rinascimento: è in marmo, commissionato da un barone Rothshild, rivestito da un fregio che svolge il tema dell'esilio babilonese degli Israeliti: la compassione dei corpi è struggente, il dramma si decanta in ritmi alterni studiati su memorie dell'antico. Altri vasi, in bronzo e in gesso, ci raccontano una parte cospicua della produzione di Triqueti, rivolta a squisiti e ricercati pezzi ornamentali. Vi sono le sorprendenti brocche che l'artista complica con figure allegoriche, non facili da collocare alla metà dell'Ottocento, che è il secolo tuttavia del più eclettico collezionismo.
Molta fortuna ebbero anche le statuette a tema mitologico, biblico o letterario, sempre destinate a una committenza privata e specchio di una sensibilità rivolta a indagare le virtù salvifiche della donna. Gli arti si allungano e le membra si sorreggono e consolano non senza una sottile vena di erotismo. Da vedere, il piccolo gruppo in avorio della Misericordia Divina che incontra il Pentimento, un'allegoria sospesa tra carne e spirito. Triqueti deve avere personalmente elaborato questo conflitto, proponendone una sintesi sorprendente, mediata dalla sua vasta cultura.

H. de Triqueti, MisericordiaH. de Triqueti, Misericordia

Scala monumentale – Su scala maggiore, sono presenti in mostra le tre imprese cui è legata la fama di Triqueti. Il gesso al naturale di Ferdinando Filippo duca d'Orléans impressiona per i linearismi nel modellato e per il toccante patetismo. L'erede al trono scomparso prematuramente esibisce una morte che allude al risveglio.
La porta della chiesa parigina della Madeleine fu realizzata nel corso degli anni '30 e illustra i Dieci Comandamenti in composizioni espressive ma equilibrate, capaci di attualizzare i grandi modelli rinascimentali. Se della porta sono esposti studi e bozzetti parziali insieme a una grande riproduzione dell'originale bronzeo, per la decorazione della Albert Chapel presso il Castello di Windsor si può usufruire di una ricostruzione in scala dell'intero monumento.

L'apologo senza tempo
– E' una delle più complesse cappelle funerarie dell'Ottocento, alla quale Triqueti lavorò nell'ultimo decennio della sua vita. Egli inventò, per i grandi pannelli con scene bibliche, la tecnica della tarsia marmorea integrata da solchi e da cementi colorati. A queste scene, più grafiche che scultoree, si aggiunge un ricco apparato di formelle, medaglioni e gruppi statuari che fanno dell'insieme un'opera coerente, celebrativa e ricca di citazioni, dai significati simbolici tutti da esplorare.
Il Museo Vela prosegue con questa mostra una linea di valorizzazione della scultura dell'Ottocento di respiro internazionale. Automatico scatta il confronto fra l'opera di Triqueti e quella di Vela, due artisti assai distanti per origini e contesti e scelte stilistiche ma accomunati dalla qualità complessiva del loro operare. Entrambi seppero interloquire con i sovrani da posizioni consapevoli: Vela di testimoniare la verità storica del suo tempo, Triqueti di sublimarla in un apologo senza tempo.

Henry de Triqueti (1803-1874), scultore dei Principi
Museo Vela
Largo Vincenzo Vela
CH-6853 Ligornetto (Ticino)
dal 27 aprile al 27 luglio 2008
marzo-maggio, ottobre-novembre : 10-17
giugno-settembre : 10-18
Chiuso: lunedì
info: museo.vela@bak.admin.ch
www.museo-vela.ch/