1.Particolare del soffitto della Cappella Palatina, PalermoParticolare del soffitto della Cappella
Palatina, Palermo

L'arte medievale testimone del dialogo tra Italia e Medioriente – La ricchezza dell'arte medievale non è comprensibile se non si prendono in considerazione i svariati influssi culturali, tra cui quello islamico.

Incontri tra civiltà artistiche – Lunedì si è tenuta presso la Biblioteca di via Senato una conferenza della professoressa Francesca Flores D'Arcais intitolata "I rapporti artistici fra l'Italia medievale e i Paesi islamici", che – in occasione della mostra "Dante e l'Islam" ospitata nella stessa sede fino al 27 marzo – ha approfondito l'interessante e ancora poco indagato tema degli influssi dell'arte islamica sulla cultura artistica italiana del Medioevo.
L'Italia per la sua posizione geografica e per la sua storia è sempre stata territorio favorevole agli scambi e alle stratificazioni culturali. Nel 1183 il cronista Ibn-Giübar rimase così colpito dall'aspetto arabeggiante dell'architettura palermitana da definirla "somigliante a Cordova".

Tra Palermo e Pavia – Proprio dalla Sicilia, dominata dagli Arabi (IX-X sec.) e in seguito dai Normanni (1016-91), ha preso il via l'analisi dell'influsso islamico sull'arte e l'architettura italiana. La Zisa, dall'arabo aziz cioè "splendida", e la Cappella Palatina di Palermo, sono solo due dei più celebri esempi di architetture civili e religiose costruite e decorate in forme derivate da modelli islamici, che ebbero fortuna, probabilmente per il permanere in Sicilia di architetti e artisti arabi, anche durante il periodo normanno. Oltre alla Sicilia anche le zone costiere della penisola, più aperte agli scambi commerciali, testimoniano ancora oggi nei loro edifici e negli oggetti conservati nei loro musei la ricchezza e la varietà dei riferimenti culturali. Per decorare il pulpito del Duomo di Ravello in Campania vennero usati ad esempio dei fondi di bacili ceramici probabilmente di produzione araba, caratterizzati da eleganti motivi geometrici, iscrizioni e colori vivaci, che ritroviamo anche sulle facciate di molte chiese di Pisa e di Pavia, che

1.Decorazione a finto tendaggio, Basilica Superiore di AssisiDecorazione a finto tendaggio, Basilica
Superiore di Assisi

all'epoca era un importante centro di commercio verso Oltralpe. Testimonianze preziose, provenienti in gran parte dall'area del Maghreb, per salvaguardare le quali la sovrintendenza di Pisa ha deciso di collocare sugli edifici delle copie moderne e restaurare e musealizzare gli originali.

Nuovi percorsi di studio – Tracce della predilezione per motivi decorativi di ispirazione islamica si ritrovano non solo in architettura, ma anche nei dipinti e nelle sculture di soggetto sacro dei più importanti artisti italiani, che guardarono con interesse ai numerosi oggetti di artigianato pervenuti in Italia sia grazie agli scambi commerciali sia attraverso i viaggi dei frati missionari, in particolare Domenicani. Arnolfo di Cambio sembra aver conosciuto direttamente questi modelli e tra le mani del suo angelo-cariatide proveniente dalla tomba di San Domenico dell'omonima chiesa bolognese (Museo del Bargello, Firenze) pone un bellissimo vaso con iscrizioni cufiche che ricorda oggetti di provenienza siriaco-egiziana. Alle stoffe si ispirarono invece pittori come Duccio da Buoninsegna e Giotto, riproducendo sia i motivi geometrici "a piastrelle" sia le bordure formate da parole scritte con l'alfabeto islamico, riprese non per il loro significato letterale, che non poteva essere compreso dall'artista, ma per la loro eleganza di ricamo decorativo. In alcuni casi però, e siamo già nel primo Quattrocento con la pittura di Gentile da Fabriano, le iscrizioni sembrerebbero correttamente leggibili, quindi sarebbero state trascritte con accuratezza dall'artista. Qui si apre un nuovo capitolo, su cui dibattono oggi gli studiosi, che forse porterà a sondare con maggior profondità i contatti tra queste due culture.

I rapporti artistici fra l'Italia medievale e i Paesi islamici
conferenza a cura di Francesca Flores D'Arcais tenuta in occasione della mostra:
 
Dante e l'Islam. Incontri di civiltà
Dal 4 novembre al 27 marzo 2011
Fondazione Biblioteca di via Senato
via Senato 14, Milano
Orari: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00; lunedì chiuso
Ingresso libero