Un dettaglio dello stendardo (post restauro)Un dettaglio dello stendardo
(post restauro)

Ti racconto l'opera – Lo stendardo di Samarate è costituito da due teli dipinti ognuno su un raso di seta cuciti tra loro, supportati internamente da una tela in fibra vegetale (lino o cotone). Nella parte superiore è presente il passante in cui si colloca il bastone per condurre in processione lo stendardo, realizzato in molteplici strati di tessuto, rivestito infine da un lato di seta beige, dall'altro in seta rossa.

Sul recto è rappresentata la Vergine dei sette dolori avvolta in un manto celeste decorato con motivi floreali d'oro, le sette spade conficcate nel petto ed il volto dolorante riverso in direzione del figlio crocifisso; attorno a lei è un ricco ricamo in filato metallico dorato e argentato, con applicazioni di ricami imbottiti che creano una vera e propria cornice tridimensionale. Entro questo cornice sono inserite otto formelle, dipinte e ricamate, che rappresentano scene della storia e della passione di Gesù.

Sul verso campeggia il santo martire, San Macario, rappresentato mentre prega inginocchiato su di una nuvola, con le vesti da militare romano, ed ascende al cielo dove lo attende la Trinità: questo lato non presenta alcuna cornice ricamata, bensì sono presenti fini ricami in seta e in filato dorato e argentato a decorare direttamente le parti dipinte.

Lo stato conservativo generale dello stendardo era

Restauratrici al lavoroRestauratrici al lavoro

cattivo – L'opera era coperta da depositi di polvere che avevano reso le fibre disidratate e friabili. Un intervento eseguito in passato aveva contribuito ad aggravare la situazione strutturale, dato che era stata rilevata la presenza di numerose zone fissate con colle che avevano alterato lo stato conservativo della seta. Le lacune, vere e proprie perdite del raso dipinto, erano numerose ed avevano messo in luce la sovrapposizione degli strati di tessuto sottostanti.

La parte ricamata presentava numerosi tipologie di degrado: consunzioni e perdite del filato in seta, sollevamento e arricciamento dei filati metallici, caduta delle laminette d'argento, scucitura dei ricami applicati imbottiti. Dopo l'operazione di pulitura per aspirazione condotta sull'intera opera, è stata eseguita la preparazione di tutti i materiali per il restauro sia della parte pittorica sia per la parte tessile.

Curare dall'interno – Le due facce dello stendardo sono state scucite per poter intervenire sia strutturalmente sia per poter giungere meglio a operare ad ago. I numerosissimi ricami metallici sollevati sono stati riposizionati uno ad uno e fermati ad ago con punto tela; le laminette sollevate e arricciate sono state distese e fermate con punto posato; le scuciture dei ricami applicati imbottiti sono stati ricuciti; i filati sono stati riposizionati e fermati attivando la resina col calore.

A conclusione dell'intervento è stato scelto di non ricucire

Restauratrici al lavoroRestauratrici al lavoro

le due facce dello stendardo per evitare che si possano creare in futuro nuove pieghe, causa di ulteriori considerevoli degradi. Pertanto, non combaciando perfettamente le due facce, è stata cucita internamente al perimetro inferiore di un lato una fettuccia di cotone grigia in modo da risultare cromaticamente invisibile.

In seguito si sono effettuati vari test, su fac-simile di dipinto, per individuare un consolidante che alterasse il meno possibile la cromia originale dell'opera; si è proceduto quindi al consolidamento dell'intera superficie.

Nelle lacune sono state inserite quindi tarsie ottenute da un tessuto in seta avente caratteristiche simili a quello originale, apprettate con una miscela di resine termoplastiche.

Tutti i danni strutturali e i sollevamenti della seta dal supporto in tela sono stati assicurati con resina termoplastica utilizzata in due tempi per una maggiore reversibilità. Le lacune infine sono state accordate cromaticamente alla pittura originale effettuando campiture imitative e sottotono con colori ad acquerello.