E sempre alta l'attenzione per Lucio Fontana e la sua opera che, a distanza di decenni, non finisce mai di interessare. Se l'arte moderna si è sviluppata per un secolo guardando alla fervida creatività di Picasso, l'arte contemporanea ha in Fontana una autentica pietra miliare.

Lo testimoniano ampiamente i tanti musei che espongono sue opere in pianta stabile, ma soprattutto quel concetto speculativo di spazialità che per lui è sempre stata una splendida ossessione e che sta alla base di ricerche e tendenze tuttora in corso (soprattutto concettuale e minimalismo, oltre ad un cospicuo numero di esperienze a carattere analitico).

Quasi a volerne dimostrare l'attualità, la Peggy Guggenheim Foundation dedica all'artista una grande mostra che rimarrà aperta sino al 24 settembre a Venezia per poi trasmigrare a New York. Ed una visita alla prestigiosa collezione può essere messa in programma, tenendo anche conto delle numerose varianti che può offrire la città lagunare.

Del resto, la retrospettiva, per qualità delle opere, unitarietà del percorso espositivo, rappresentatività di diversi lavori nell'ambito dell'evoluzione creativa dell'artista, ben si presta ad alcune considerazioni di fondo, intersecandosi fra l'altro con un'altra mostra su Fontana che si è aperta il 17 giugno presso il Museo Bodini di Gemonio, tesa a documentare l'attività plastica dell'argentino (che, come noto, si forma come scultore) nell'ambito della ceramica.

Una mostra opportuna pure quest'ultima, poiché, oltre a mettere in evidenza un settore che rappresenta una autentica tradizione per il nostro territorio e nel quale Fontana ha pure modo di offrire una chiave particolare della sua genialità, fa risaltare i legami che l'artista ha avuto con la sua terra. Morirà infatti a Comabbio (1968), paese d'origine della sua famiglia, dove si era trasferito da Milano, per andare ad abitare nella vecchia casa colonica restaurata.

Per Fontana lo spazio è un elemento attivo (far spazio significa crearlo e non rappresentarlo) che diventa rivelatore di una realtà complessa nella quale mondo reale e mondo dell'arte si incontrano, creando un rapporto biunivoco capace di dar vita all'evento artistico.

Lo spazio si definisce quindi in relazione all'opera, intesa come qualcosa continuamente in divenire, senza più separazione tra il piano della pittura, il segno grafico, la plasticità della scultura e lo spazio stesso che sta attorno all'opera e la determina.

Fontana è continuamente teso alla ricerca di una spazio che sia crescita armonica, energia vitale e lo trova tanto nell'enunciazione barocca quanto nell'allusione ad uno spazio altro, non tangibile, costantemente tenuto in una condizione d'attesa, ma presente come un'ombra accanto alla concretezza dei giorni. Non è forse d'intonazione barocca quel segno luminoso che dà corpo nel 1949, presso la Galleria del Naviglio, all'Ambiente Spaziale a luce nera di Woods?

Questa tensione, che per la sua persistenza è intrinseca alla stessa connaturata vocazione sperimentale dell'artista, risulta ravvisabile tanto nelle ceramiche d'intonazione naturalistica in cui una tatualità baroccheggiante, peraltra ricca di spunti informali e surreali, fa lievitare la materia verso lo spazio, quasi a liberarla dal suo peso; quanto in quelle successive, impostate secondo le coordinate teoriche dello spazialismo, in cui è tutta una tensione fra la materia e l'anelito a liberarsene.

Del resto, cos'è il registro barocco se non una crescita continua e progressiva di armonia spaziale? E, tornando alle mostre di Venezia e di Gemonio, lo è pure la sintesi spaziale, che si racchiude in un buco o, meglio ancora, in un taglio, e che assume la valenza di un concentrato di energia gestuale. Ma, quel piccolo, implosivo squarcio in una tela apre uno spazio inesplorato ricco di tensioni trascendenti e aspettative psicologiche che aprono la strada all'utopia.

Lucio Fontana. Attraversando la materia
Gemonio
Museo Bodini
17 giugnp –  29 ottobre
fino al 14/9 giov-ven. 15-18.30, sabato e domenica 10.30-12.30 e 15-18.30
in seguito solo sabato e domenica

Lucio Fontana. Venezia/New York VeneziaCollezione Peggy Guggenheim
701 Dorsoduro
Fino al 24 settembre
orari:10-18
chiuso martedì.