Raimondo FassaRaimondo Fassa

Raimondo Fassa conferma le indiscrezioni in merito alle possibili prime mostre della futura Gam anche se, allo stato attuale, nulla è stato ancora ufficializzato e formalizzato. Una certezza c'è, in ogni caso: "Qualsiasi proposta venga anvanzata, la Gam dovrà garantire una linea critica seria e correttezza di scelte. Non scenderemo a compromessi con il nazional-popolare".

Assessore Fassa finalmente comincia a diradarsi il mistero.
"Confermo. Confermo perciò che Philippe Daverio, che ribadisco non ha ancora un incarico formalizzato con l'amministrazione, mi ha esposto in un recente incontro avuto per approfondire anche qualche aspetto contenutistico del suo futuro ruolo negli indirizzi della Gam. Il critico ha effettivamente messo sul tavolo queste idee, che di fatto soddisfano le sollecitazioni del sindaco Mucci che ha, giustamente, prospettato l'esigenza di un pubblico più ampio di quanto normalmente intercettato dall'attività sin qui svolta in Galleria, senza nulla togliere ovviamente al valore di quanto fatto fino ad ora".

In ogni caso, un cambio di rotta
"Rimango convinto che vada assolutamente salvaguardata l'attività museale nata con l'opera di Silvio Zanella e continuata con l'attuale direzione. Il pregio della nuova struttura sarà quella di accogliere più degnamente la collezione esistente, dare ulteriore respiro alle attività consolidate ed invidiate anche altrove come la didattica, ma anche allestire mostre che siano didattiche, mediatiche e al contempo di ricerca".

Fassa con Emma Zanella e Marcel.LìFassa con Emma Zanella e Marcel.Lì

Di primo acchito, qual è il suo personale parere sull'idea di una mostra come potrebbe essere "Terra insubre"?
"Mi pare un'idea azzeccata. Sono convinto che chi considera Giacometti uno scultore difficile da assimilare e da guardare e non andrebbe mai magari a vedere una sua mostra antologica, calato in un contesto storico come quello che Daverio ha prospettato potrà avere un atteggiamento diverso, più consapevole. La necessaria condizione è che le opere esposte siano tutte di grande qualità, centrali per l'opera dei singoli artisti, non opere di secondo piano o di dubbia attribuzione come spesso avviene ultimamente anche in grandi mostre".

Il suo rapporto con Daverio?
"Personalmente l'ho incontrato poche volte, due da sindaco a Varese e poi in questi frangenti. C'è una reciproca istintiva simpatia. Mi pare un uomo di amplissime letture, cosa non frequente. Ma sembra che il suo pregio sia quello di non essere un critico specializzato, ma un geniale divulgatore culturale, con felicissime intuizioni. Del resto anche Schliemann non era un archeologo eppure ha portato alla luce i resti di Troia. Spesso i non accademici possono più facilmente arrivare a formulazioni e ad idee che ai più impostati sono 'negate'".

Parliamo allora di questa intuizione daveriana, della tribù artistiche.
"Credo sia, in questo, influenzato dalla scuola francese degli Annales: che hanno fatto emergere tendenze culturali di lunga durata che si sovrappongono, anche nella storia dell'arte, alle classificazioni canoniche, del Rinascimento, del Barocco e così via. Così nella sua idea, vuole andare alla ricerca di punti di contatto tra epoche diverse, una sorta di leit motiv".

Le mostre, se tali saranno, saranno quindi sostenute da una linea critica forte, credibile.
"E' quello che è stato prospettato. La Gam deve avere una credibilità. Quindi anche linee critiche forti. Senza essere puramente mediatiche, non solo 'nazional-popolari'".

Raimondo FassaRaimondo Fassa

I rapporti tra il futuro consulente e l'attuale direzione della Gam. Sono già avvenuti i primi contatti?
"Non ancora. Però vorrei sdrammatizzare la questione. Anche il Louvre, per fare un paragone ingombrante, ha il suo direttore e una serie di consulenti. La stessa Gam prevede, per statuto, il ruolo del direttore e quello di consulenti esterni, eventualmente da inserire in quel comitato scientifico che stiamo predisponendo per la nuova identità giuridica della futura galleria. E' soprattutto la rilevanza mediatica di Daverio a ingigantire il problema. Nella realtà non si sta facendo nulla di particolare, rispetto ad altre realtà museali".

Nel frattempo la 'vecchia' Gam ha guardagnato un anno di vita. Che progetti ci sono per arrivare fino all'autunno del 2008?
"Ci sono progetti di cui però è preferibile attendere ancora qualche tempo prima di parlarne".

Immagino si tratti di mostre in linea con le ultime iniziative, fortemente calate nel contemporaneo.
"Come è giusto che sia. Occorre vedere sempre le cose non in antitesi, ma complementari. Le eventuali grandi mostre serviranno a far conoscere ad un bacino di utenza geograficamente più esteso la struttura e questo darà ancora maggiore visibilità e forza alla mostre di ricerca sulle tendenze più recenti".