Andiamo (Dettaglio) - tecnica mista su telaAndiamo (Dettaglio) – tecnica mista
su tela

Questa selezione di lavori prende forma su cartone o carta di giornale su cui hai fatto stampare alcuni numeri originali di "Corrente", la storica rivista milanese fondata nel 1938 dal giovanissimo Ernesto Treccani. Come mai la tua scelta è ricaduta proprio su questo periodico e che funzione acquista come sfondo?
"Corrente" è per me importante per tre aspetti: l'ambiguità, i contenuti, un legame indiretto. A differenza della gran parte dei periodici attuali in "Corrente" la letteratura, la poesia, le arti, la filosofia, come dire il Pensiero e la Creatività, erano protagonisti. Era come dovrebbe essere anche oggi, una rivista d'arte, trait d'union tra cultura e vita quotidiana. Oltre ai contenuti, l'ambiguità è un fil rouge in REBUS: ambiguità d'ambienti, di situazioni, di genere. "Corrente" nasce come periodico giovanile allineato al periodo, ma mentre la situazione italiana precipita verso la guerra Corrente passa, per merito del filosofo Antonio Banfi e di Edoardo Persico, all'antifascismo. Poi c'è il legame affettivo. Ricordo bene quando da piccola l'enciclopedia Treccani entrò in casa, acquistata da mio nonno in occasione della pubblicazione nella stessa del nome del bisnonno. Un piccolo evento familiare di cui porto traccia indelebile. Il periodico può essere una chiave di lettura di ogni opera, poiché all'interno di quei testi si possono rintracciare suggestioni e parole in stretta relazione ai soggetti raffigurati. L'unione della grafica e dei frammenti di testo leggibili completa la suggestione del pezzo, pur nell'arbitrarietà e parzialità di lettura che può farne il fruitore.

La generazione di giovani oppositori che ruotava attorno alla rivista accusava "la pittura italiana […] di non avere tenuto conto della vita". Nelle tue opere in che modo si concretizza il legame con il pubblico e con la realtà che ti circonda?
In un certo senso, oggi è la vita a non tenere conto dell'arte e della cultura. Proporre "Corrente" come supporto alle opere vuol dire chiamare il pubblico a riavvicinarsi alle arti e al pensiero, lasciandoli però liberi di esprimere un'interpretazione personale, stimolata tanto dai frammenti di testo quanto dall'enigmaticità degli elementi che compongono i lavori. Quanto ai contenuti delle mie opere, credo possano considerarsi quasi dei sogni, rielaborazioni oniriche delle esperienze che faccio ogni giorno. Al pari dei sogni sono spesso

Monica Marioni - it's me! - tecnica mista su periodicoMonica Marioni – it's me! – tecnica
mista su periodico

raffigurazioni che suggeriscono situazioni vissute ma distorte, mischiate, ricodificate da un inconscio che negli artisti sembra talvolta attivo anche da svegli.

Nonostante l'evidente matericità dei tuoi lavori, è la linea – contorno/contenitore – ad accaparrarsi un ruolo da protagonista. È netta, incisiva, e ritaglia dei figurini che ricordano vagamente i corpi scarni di Egon Schiele. Quali sono i tuoi punti di riferimento e che funzione ha la linea in questi
rebus?
L'etimologia di REBUS si fa comunemente risalire all'ablativo latino di res (= cosa), a suggerire che la frase è espressa con le cose, ossia con gli oggetti presenti nell'immagine. Il segno che con il tempo ho conquistato assolve a questa funzione, e credo sia così carico poiché deve competere con la matericità sul quale è steso, quasi una battaglia fra la densità del reale ed i contorni delle idee. Personalmente lo considero rappresentazione dello scorrere della vita, nel suo determinare i personaggi e le situazioni. È certamente figlio della mia ammirazione e studio tanto di Schiele quanto di Klimt, di Leonardo quanto di Caravaggio e di molti ancora, spesso molto meno noti.

Cosa svela il titolo del tuo progetto artistico e chi sono i personaggi che aleggiano sui fogli di carta?
A dire il vero REBUS è l'enigma, cioè la vita, mentre l'esperienza e la sensibilità di ognuno sono la soluzione. I suoi protagonisti sono come attori di una storia che parte dai singoli ritratti per arrivare alle coppie e alle scene. Sono talvolta incarnazioni degli incontri della vita, altre volte allegorie di emozioni o concetti. L'intero corpus di opere in fondo articola una storia di vita, una vicenda giocata sull'ambiguità dei ruoli e dei generi che ha per teatro dei non-luoghi. Riflettendo su questo si arriva a intuire come siano tutti figuranti di una personale comédie humaine.

REBUS
Un progetto artistico di Monica Marioni
Dal 21 febbraio al 17 marzo 2013
Inaugurazione: giovedì 21 ore 19.00
San Pietro in Atrio, Via Odescalchi 3, Como
Orari di apertura al pubblico: mercoledì-sabato dalle 16.00 alle 20.00; domenica dalle 10.00 alle 19.00
Info.: 031 252352
Ingresso libero