Jacopino da Tradate, Monumento a papa Martino VJacopino da Tradate, Monumento a
papa Martino V

Il monumento a papa Martino V. Di ritorno dal Concilio di Costanza (1418), dove si era ricomposto lo Scisma d'Occidente, papa Martino V (1368-1431) si era fermato a Milano -ospite dell'ultimo discendente della famiglia Visconti, Filippo Maria- dove si trattenne per un intera settimana, nella quale, il 16 ottobre, consacrò l'altare del Duomo, l'antico altare di Santa Maria Maggiore traslato nella nuova Cattedrale.
A ricordo di tale avvenimento e come segno di riconoscenza per il Pontefice, che aveva anche concesso numerose indulgenze per l'occasione, lo stesso duca commissionò a Jacopino da Tradate nel 1424 un monumento, completato da un'iscrizione a caratteri gotici, di Tommaso da Caponago, su testo del canonico Giuseppe Brivio.
La statua presenta il Pontefice con volto vivo, sereno, nobile, secondo la tradizione del realismo lombardo, a differenza di quanto avveniva nella ritrattistica gotica d'Oltralpe, che operava in senso idealizzante e celebrativo. Il Papa siede su un trono dall'alto schienale rivestito di stoffe preziose. È rappresentato in atteggiamento benedicente e porta sul capo la tiara; le spalle sono coperte da un pesante manto fermato da tre grossi fermagli, manto che cade sulle ginocchia in ampie e articolate pieghe che si confondono con quelle più leggere della veste. Attorno alla statua corre una ricca cornice con foglie e piccole pigne simbolo di fecondità.

Il monumento a Pio IV.
Nell'anno dedicato al ricordo della Canonizzazione di San Carlo, non si può dimenticare una delle figure che contribuì alla formazione della carriera ecclesiastica del nostro patrono, Papa Pio IV (1499-1565), suo zio materno. Molte delle opere in Duomo sono state donate da Pio IV al nipote Carlo, divenuto arcivescovo di Milano. Basti pensare al monumentale ciborio, che -nonostante i discutibili

A. Marini, Pio IV benedicenteA. Marini, Pio IV benedicente

rimaneggiamenti- ancora oggi è il fulcro visivo per chi entra in Cattedrale. Per ricordare un così grande e munifico benefattore, la Veneranda Fabbrica, nel 1556, commissionò un monumento, oggi collocato su una mensola nei pressi della sacrestia aquilonare. L'opera è dello scultore Angelo Marini, siciliano, formatosi alla scuola del Gagini e giunto a Milano nel 1546, al seguito del governatore Ferrante Gonzaga. La sua presenza nel cantiere della Cattedrale è documentata dal 1556 al 1584; realizzò diverse opere, anche se non tutte di eccelsa qualità, ma la principale è indubbiamente la statua di Pio IV, su una mensola di Francesco Brambilla.
La statua venne commissionata dalla Fabbrica nel 1556, eseguita in marmo a partire dagli anni Sessanta e posta in opera nel 1568.
Il Pontefici, negli abiti più solenni, con tiara in capo, pesante piviale stretto al petto da un ricco fermaglio decorato con un Cristo benedicente, viene raffigurato seduto sul trono. Il suo atteggiamento non è statico, ieratico, ma movimentato, quasi cordiale. Il capo leggermente piegato, la mano destra alzata in un vago ma solenne gesto benedicente, l'altra pesante sulle ginocchia, il volto atteggiato a serenità e benevolenza.
La veristica eleganza e vivacità contrasta però con l'effettiva dimensione della statua.