Un'opera di Morlotti -ph A. GargaglioneUn'opera di Morlotti -ph A. Gargaglione

Nel Blu – Il Blu Laveno. Un colore che rappresenta una località, diventa uno dei suoi simboli e ricorda i suoi manufatti artistici: le ceramiche. L'elezione di una cromia che racchiude una serie di rimandi che diventano nel tempo sodati e collettivi. Una condivisione mentale. Vincenzo Morlotti parte anche da qui. Guarda ad una delle bellezze del luogo dove è cresciuto ed elegge il recupero delle antiche preziosiosità a soggetto dei suoi quadri. Una scelta che lo porta ancora nelle fabbriche, nei luoghi dove le decorazioni trionfavano, negli acquedotti, negli edifici una volta attivi e funzionanti. Una riscoperta di luoghi a lui conosciuti. L'artista, che oggi vive a Gemonio ha, dagli anni Novanta, scelto il tema del naturalismo industriale. Una resa cromatica piatta, luminosa e geometrica che restituiva vitalità ad edifici asettici, a volte tetri, a volte affascinanti, a luoghi di amore ed odio, di fatica e soddisfazioni. Risultati interessanti, che hanno portato a Morlotti, in quel periodo, importanti commissioni, come la grande tela realizzata per i proprietari della Mascioni di Cuvio, importante centrale termoelettrica "uno dei lavori più importanti della mia carriera" ricorda l'artista.

In evoluzione – Parlando della mostra attuale è Vincenzo stesso che rammenta il lavoro passato, quasi a sottolineare una continuità mai spezzata. Un lavoro però tutt'altro che statico, dal 1990 ad oggi sono intervenuti molti cambiamenti, a livello di stile e di resa pittorica in particolare, ma anche come scelte tematiche. Se il fulcro dello scontro-incontro della natura col cemento continua ad essere centrale, lo sguardo dell'artista si fa più attento, alla ricerca dei dettagli. "Le dodici tele che porterò a Cerro rappresentano una rivisitazione archeologica delle ceramiche di Laveno prima che venissero distrutte" spiega Vincenzo "sono risalito ad immagini storiche, attraverso l'archivio fotografico del comune e ho fatto diversi sopralluoghi con il fotografo Angelo Gargaglione". Una ricostruzione, che per rivisitata in chiave artistica, non lascia molto al caso.

Un'altra opera -ph A.GargaglioneUn'altra opera -ph A.Gargaglione

Rivisitazioni e ricordi – Volutamente Morlotti recupera l'aspetto storico, conferisce così alle sue opere anche un valore documentario. Inoltre l'artista ha vissuto quei luoghi in due tempi differenti: da adolescente, quando andava coi coetani a giocare, e da adulto, con occhio coscente e critico. "Le fabbriche che ho dipinto sono i luoghi dei miei ricordi, hanno un impatto emozionale profondo" spiega l'artista. Una rivisitazione che si mescola quindi alla restituzione realistica, che aggiunge un aspetto intimo ad un luogo pubblico dove si sono già incrociate più vite, più persone, più pensieri. A questi si aggiunge il suo, da artista. Uno sguardo un pò frammentato dalla spatola che usa per stendere l'olio, forse una scelta: abbandonare la freddezza della tinta piatta, dove il sentimento appare meno diretto. "Sono riproduzioni un pò graffiate" dice Morlotti. Graffi del tempo, graffi del ricordo che si incidono nella memoria, graffi della spatola che lascia la materia intatta, evidente. Graffi di un tempo non perduto, che propone un ricordo sbiadito, ma vivo.

Le opere saranno presentate all'esterno nel chiostro e successivamnete inserite nel Museo, dove faranno da scenografia alle raccolte, interagendo così coi pezzi della raccolta.

Il tempo non perduto. Le fabbriche ceramiche lavenesi nello sguardo di Vincenzo Morlotti
28 giugno – 14 settembre 2008
Museo internazionale design ceramico – Civica raccolta di terraglia
Palazzo Perabò – Cerro di Laveno Mombello
inagurazione sabato 28 giugno ore 11