Milano – La prima personale di Fabio Mauri risale al 1955 alla Galleria Aureliana di Roma, presentata da Pier Paolo Pasolini, amico col quale, tredici anni prima, fonda la rivista “Il Setaccio”. L’opera di Mauri è complessa come un saggio storico, attenta al mondo contemporaneo che si fa analisi tra destino individuale e ciò che accade. Una serie di lavori realizzati dall’artista e scrittore inquieto, in questi giorni è esposta da Viasaterna (via Giacomo Leopardi). Si tratta delle mostra intitolata “Opere dall’Apocalisse“, a cura di Francesca Alfano Miglietti, che raccoglie per la prima volta, una collezione di dipinti e disegni su carta, a colori e in bianco/nero e fotografie; emozioni e visioni dell’artista che ha fatto dell’ideologia un materiale dell’arte.
Un percorso intimo di una serie pressoché inedita dell’Apocalisse (degli anni Ottanta), degli Scorticati e alcuni Dramophone, in cui l’immagine del disco come “mondo già inciso” richiama il tema della predestinazione.

Il significato di “Apocalisse” è “rivelazione”, “scoperta” o “disvelamento”: Mauri, in queste opere, sembra voler rintracciare nel caos una poeticità che indaga l’apocalisse non come “fine” ma, al contrario, come incontro.
Fabio Mauri (1926-2009), che ha conosciuto in prima persona abissi, lacerazioni e inganni delle ideologie del Novecento, è considerato un esponente d’indiscusso rilievo delle neo- avanguardie della seconda metà del XX secolo. La sua attività è molto estesa e comprende installazioni, performance, teatro e scrittura. Autore di una personalissima indagine sull’insidiosa logica dell’arte, dell’ideologia e del totalitarismo, durata tutta la vita, esplora la storia filtrandola attraverso la lente del privato.
Questa prima grande mostra di opere su carta presenta una rara selezione dalla quale emerge una sofisticata indagine del suo lessico artistico: opere che sottolineano la propensione per una delle forme più intime dell’arte, il disegno, tracciando quello che da sempre è il tema centrale della sua poetica: una riflessione sull’arte come allusione alla condizione drammatica dell’uomo nella dialettica tra struttura e materia, tra forma, immagine e storia.

La curatrice della mostra, Francesca Alfano Miglietti sottolinea: “Disegni, appunti, frammenti, informazioni e deformazioni che si dispongono sui fogli come segreti. Appunti e frammenti che si oppongono al primato dell’unità e dell’identità, l’instabilità e le insidie del molteplice, del diverso e del divenire. Le opere su carta di Fabio Mauri sono flussi di desideri e ossessioni, situati al di qua della distinzione tra soggetto e oggetto, tra il sé e il mondo, tra le regole del diurno e il disordine del notturno”.

L’esposizione rimarrà in calendario sino al 3 aprile nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì 12-19. (chiuso a: 2 e 6 gennaio).

Le opere di Fabio Mauri sono esposte anche, in contemporanea alla mostra allestita negli spazi di Viasaterna nelle sale di Palazzo Reale (fino al 30 gennaio) nell’ambito della mostra “Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima” sempre a cura di Francesca Alfano Miglietti.

E.F.