La copertina del volume di Bossi, Brenga e PolitaLa copertina del volume di Bossi,
Brenga e Polita

Un viaggio affascinate. Così forse si può definire il libro firmato da Roberto Bossi, Jolanda Brenga e Gabriele Polita intitoltato: "Cunardo Immagini nel tempo Cuma te sèvat bel Cünard". Uno scrigno fatto di fotografie in bianco e nero per riscoprire il fascino antico del Caffè della Stazione ferroviaria, il paesaggio che digrada da Villa Vaccarossi a Villa Mussi, le fotografie di gruppo degli operai del setificio e del filatoio. Volti seri, uomini con lunghi mustaches e donne con severi abiti che arrivano poco sopra gli stinchi.
Sul fronte più propriamente artistico, si scoprono le immagini in bianco e nero del monumento ai caduti di Piazza IV Novembre, gli acquerelli realizzati negli anni a cavallo della Prima Guerra Mondiale da Nelda Adreani di Raglio e i volti di Paolo e Lina Robustelli della Ceramica Ibis, i genitori di Giorgio e Gianni.
Frammenti di vita agreste e paesana che costituiscono la linfa vitale del susseguirsi delle generazioni.

Un volume bellissimo che gli autori così descrivono: "Chi non ha conservato magari in una vecchia scatola di cartone o in un baule parcheggiato in solaio, le vecchie foto dell'album di famiglia? Rappresentano, impressi per sempre sulla carta, volti e scorci di vita quotidiana ormai irrimediabilmente scomparsi, travolti dallo scorrere del tempo e dalle moderne abitudini. Il filo conduttore nella stesura del libro è stato dettato dal soggetto e dalla particolarità delle fotografie raccolte; a questo scopo, si sono raccolte fotografie che risultavano in linea con un certo tipo di discorso che potesse raggiungere un vasto pubblico di lettori" spiega Gabriele Polita.
"Cunardo./ Il mio paese./ Un paese che come tutti i luoghi è, è stato e sarà./ L'ineluttabile trascorrere del tempo trasforma le cose./ Anche il mio paese…" introduce, in forma di versi, Roberto Bossi.
"E' stato un piacevole lavoro, un traguardo a cui si è giunti attraverso una capillare e paziente ricerca, portata avanti da persone con esperienze diverse, ma accomunate da un unico, grande interesse: scoprire e valorizzare il passato di Cunardo. Nella mia lunga esperienza professionale, ho potuto toccare con mano come la potenza delle immagini sia indelebile. Mi occupo di ricerca di materiale iconografico da anni. Le cappelle, i vecchi attrezzi, i luoghi, le persone… Tutto contribuisce a ricostruire i momenti quotidiani della piccola storia" commenta soddisfatta Jolanda Brenga.