Mostra personale di Cristina Volpi in mostra a BustoMostra personale di Cristina Volpi
in mostra a Busto Arsizio

Il filo è l'elemento di percorrenza simbolico e psicologico dal quale Cristina Volpi parte per la sua indagine nelle profondità dell'inconscio onirico, per farne emergere l'aspetto creativo.

Non a caso gli studi compiuti da Cristina Volpi all'Accademia di Brera riguardano la sua ricerca sul concetto di "Filo", iniziando dall'opera di Louise Bourgeois, unita all'approfondimento dei temi che interessano la ricerca su conscio ed inconscio.

All'atto pratico del cucire, con il quale la giovane artista definisce spazi, crea confini, determina aree, si unisce una sottaciuta, paziente struttura concettuale che parte dal mito di Penelope, prosegue con le teorie filosofiche di Eduard von Hartman (Filosofia dell'inconscio, 1869) sino al più recente pensiero psicanalitico.

Inoltre, Cristina Volpi opera sulla struttura delle ragnatele raccolte in luoghi dove il tempo ha permesso la sedimentazione di polvere, terra, semi, insetti, elaborandone l'aspetto astratto, per poi ricollocare quelle forme su sottilissima carta giapponese da restauro, esaltandone l'aspetto grafico, tanto da intervenire con una microscrittura millimetrica, realizzata a china, negli spazi bianchi lasciati liberi dalle trame della ragnatela.

In "T essere", titolo della personale in corso presso La Casa Bioecologica di Busto Arsizio, traspare tutta la singolarità di un lavoro costruito con gestualità artigianale, al punto che il rimando a "Le ricamatrici" della regista francese Eleonore Faucher è immediato.

Cristina Volpi ci ha permesso di assistere all'allestimento della sua mostra, offrendoci l'opportunità di rivolgerle alcune domande.

"Il filo è la costante che accompagna e determina la tua ricerca, in un continuo che sembra non avere fine".
"Il mio lavoro si divide il due momenti, il primo riguarda la ricerca di una tessitura esistente in natura, meticolosa e spontanea che è quella del ragno. Mi interessano però anche le ragnatele abbandonate, dove rimangono le tracce del tempo trascorso; le osservo, le raccolgo e le ricolloco in un nuovo spazio, quello dell'arte, ponendole sulla carta e dando loro una nuova forma. Lì inizia una

Mostra personale di Cristina Volpi in mostra a BustoMostra personale di Cristina Volpi
in mostra a Busto

nuova esistenza. Nel secondo momento del mio lavoro, mi concentro sulla notte, sul sogno, sulla tessitura onirica e in questo caso il ragno sono io: tesso, iniziando dal filo che mi esce dall'inconscio attraverso la micro parola. Il risultato finale è un frammento del mio inconscio".

"Tu affermi che la ragnatela trattiene il tempo, di conseguenza si può affermare che è un luogo della memoria?"

"Sicuramente, nei fili della ragnatela si intrappola la memoria dei luoghi. Molte persone che vedono il mio lavoro mi chiedono dove vado a trovarle. Io rispondo che è sufficiente guardarsi attorno, le ragnatele sono dappertutto, esistono e ne esistono anche di belle".

"Osservando le tue opere si ha l'impressione che il tuo lavoro sia simile allo svolgersi di un diario".
"È un po' il lavoro di Penelope. Nella mia ricerca ci sono miti che si rincorrono, come si rincorrono in continuazione il giorno e la notte. La mia materia prima arriva dalla notte, dal sogno, poi di giorno inizia il lavoro di Penelope, creando una costante che si ripete continuamente, come una sorta di avvelenamento al quale non c'è rimedio".

Mostra personale di Cristina Volpi -"T essere"
Busto Arsizio – La Casa Bioecologica
Viale Piemonte 28
Fino al 23 marzo
Orari: da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero