Oggi, sulla costa meridionale della Sicilia, si mangia “a pasta ro malutiempu” (del maltempo), il cibo dei periodi di tempesta, fatto senza pesce, con gli avanzi dei giorni migliori. I pescherecci non possono uscire: c’è burrasca nell’aria, nessuno s’arrischia a tirare vele e reti.

 

Di solito se ne vedono uno o due alla settimana, di gommoni carichi di migranti, quelli sfuggiti alle navi delle O.N.G. Si scorgono già a qualche miglio dalla riva e dopo un pugno di minuti, si cominciano a sentire le grida, speranza e disperazione.

Oggi invece ne arrivano parecchi: è già la terza imbarcazione intercettata dalla Guardia Costiera. Con il mare grosso l’attraversata è molto più pericolosa ma sono ugualmente in tanti a decidere di partire, perché, con queste condizioni, i traghettatori di anime se ne approfittano e il biglietto per la felicità COSTA MENO_

Nella foto in alto l’installazione di Adel Abdessemed che ha voluto far approdare provocatoriamente nel centro della grande sala al piano superiore della Triennale di Milano Hope (speranza): un grande relitto di legno stracarico di sacchi d’immondizia. 5 Agosto 2017. 

Foto in basso: Migranti sulle coste del Senagal – Agosto 2012.

Ivo Stelluti – Il Viaggiator Curioso