Fibula in bronzoFibula in bronzo

Locarno 2012, cittadina del Canton Ticino, famosa anche per il festival del cinema che ne arricchisce l'orizzonte culturale. Ma facendo un salto indietro nel tempo, si scopre che già in epoca romana la zona era abitata. Si hanno ritrovamenti di insediamenti o di aree sacre, ma si tratta di casi alquanto rari.

Sono soprattutto le necropoli, gli antichi cimiteri, a fornire informazioni utili per la ricostruzione della vita dei vivi, proprio per il loro essere bloccate nel tempo. Parecchie le sepolture emerse dagli scavi in Canton Ticino, famosi i materiali emersi soprattutto i vetri, oggetto in passato di studi molto approfonditi.

Importante la necropoli di Solduno, località proprio vicino a Locarno, che copre un arco cronologico ampio, dalla fine dell'Età del ferro fino al III secolo d.C. Si tratta di una necropoli a rito misto, con cremazione e inumazione dei defunti. La cremazione è un rito più propriamente celtico, che nelle terre del nord Italia rimarrà in uso più a lungo rispetto alle altre regioni italiane, dove sarà sostituito dalla inumazione.

La necropoli presenta varie tipologia di tombe, come la fossa nel terreno, colmata di terra, oppure una struttura quadrata in tegoloni in cotto; addirittura è presente una sepoltura a sarcofago, delimitata da grandi lastroni di pietra. Da un punto di vista metodologico, la tipologia delle sepolture è importante, perché costituisce un elemento datante (infatti varia nei secoli), ma fornisce dati relativi al grado sociale e alla condizione economica del defunto. Le classi più elevate infatti potevano permettersi sepolture di un certo rilievo. Nel mondo romano grande importanza era data alla sepoltura, dalla quale dipendeva il ricordo dei defunti.

Olpe in vetroOlpe in vetro

E i materiali?su sessantadue tombe, ben cinquantanove presentavano corredi, la maggior parte delle quali femminili, come mostra la presenza della fusaiola, oggetto legato alla tessitura, attività esercitata dalle donne. Nelle sepolture veri e propri servizi che comprendevano piatti, tazze, tegami: questi oggetti, di media fattura, spesso erano contrassegnati da lettere incise, probabilmente il nome del proprietario o, ipotesi più suggestiva, marchio di segnatura di un rivenditore.

Nei corredi si trovano oggetti di pregio, come tazze in ceramica invetriata, rivestita cioè di patina vetrosa, dalla decorazione a elementi vegetali molto raffinata, oppure stoviglie in bronzo, come piatti e brocche. Ma ci sono anche le lucerne, usate in vita per illuminare le case e dopo la morte per illuminare il viaggio ultraterreno, le fibule, ovvero le spille da balia, usate nell'abbigliamento, stili per scrivere, coltelli, pinze, strigli (oggetto in bronzo usato dagli atleti dopo le gare per togliere la terra dal corpo).

Lo studio della necropoli ha permesso di conoscere meglio gli abitanti della zona. Le tombe lasciano supporre una classe medio alta, di proprietari terrieri, che fondono elementi celtici di substrato con gli elementi della romanizzazione: una osmosi insomma avvenuta tra i due popoli fra I secolo a.C. e I secolo d.C. Senza dubbio favorevole è la posizione: il Locarnese è alla cima del Verbano, quindi punto terminale di una via naturale che congiungeva la valle del Po alle Alpi.