Un secolo e non sentirlo – La storia di ogni edificio è attraversata dai continui passaggio di proprietà che si sono succeduti negli anni. Lo stesso vale per la storica Villa Leone a Busto Arsizio, che mantiene lo storico nome del suo committente originario, l'avvocato Edoardo Leone, ma che è divenuta poi di proprietà della famiglia Della Bella e attualmente della famiglia Cornacchia. Negli anni, o meglio, nei decenni, l'edificio ha subito qualche inevitabile cambiamento, ma possiamo constatare tutt'oggi che la fisionomia della villa, situata in via XX Settembre al civico 39, è rimasta pressoché intatta nel suo splendore di inizio secolo.
La svolta del Gambini – Progettata dall'architetto Silvio Gambini nel 1910 come residenza dell'avvocato Edoardo Leone, figura importante della vita politica e culturale di Busto nonché direttore de "Il Risveglio Democratico", la villa testimonia una fase cruciale della carriera dell'architetto: sono gli anni in cui Gambini frequenta lo studio milanese del Sommaruga, ma in cui progressivamente si assiste a un allontanamento dagli influssi del grande maestro verso un'autonoma definizione del proprio linguaggio formale. Da lì a poco subentreranno le influenze di altri maestri, come Arata e Sant'Elia. Opera della svolta, dunque, verso un fare architettonico meno esuberante che caratterizzerà la maturità artistica dell'architetto.
Quella terrazza da sogno – L'edificio è a due piani, presenta una pianta articolata e una particolare attenzione all'impianto decorativo. Il piano rialzato si contraddistingue per un finestrone circolare, coronato ai lati da larghi rilievi in cemento armato con motivi floreali, tra cui spiccano le iniziali del committente. Il lato destra della casa è occupato dalla splendida veranda ad angolo smussato sormontata da una terrazza con copertura a travetti disposti a raggiera. Interessanti sono i capitelli delle colonne della veranda e gli architravi a rami di rose, mentre al secondo piano gli ornamenti a foglie e grappoli d'uva sono disposti intorno alle finestre.
Bibliografia – Una foto d'epoca ci rivela gli elementi andati perduti in quasi un secolo di storia dell'edificio: manca, infatti, l'intera fascia affrescata motivi floreali che percorreva tutto il perimetro della villa a livello del sottogronda e perduta è anche la bella cancellata in ferro battuto a motivi fitomorfi. La villa è stata oggetto di studio in numerose pubblicazioni e tesi di laurea. Ricordiamo le principali: G. Pacciarotti, in R.Bossaglia, Archivi del Libery Italiano, Milano, 1987; AA.VV, Silvio Gambini. La carriera di un architetto tra Liberty e Razionalismo, Busto Arsizio, 1992; P.Gelso, Ville liberty in area varesina, tesi di laurea, 1994; G. F. Ferrario, Busto Arsizio: Emozioni Liberty, 2002.