Nero: da colore associato al lutto a passpartout della moda

Busto Arsizio – Pigro, modesto, arrogante e misterioso per secoli considerato funereo, nei primi decenni del Novecento il nero è diventato il colore dello stile per eccellenza, facile da indossare e perfetto in ogni occasione. Così perfetto che sono tantissimi gli stilisti che si sono lasciati ispirare e guidare dal total black a cui hanno dedicato intere, stupefacenti collezioni.

Il ritratto di Madame X
Una spallina cadente, una scollatura profonda aperta su un sensuale abito nero: John Singer ritrasse Madame X tra il 1883 e il 1884, ma, allora, quasi nessuno era pronto a riconoscere connotati sessuali ad un colore considerato estremamente funereo e indossabile solo nelle campagne o in talune meste circostanze. Il quadro di Singer fu accolto piuttosto freddamente e ricevette decisamente più critiche che apprezzamenti. Dovettero passare almeno altri tre decenni prima che Gabrielle Coco Chanel creasse, nel 1926, il suo primo abito nero in seguito definito da Vogue “ l’abito che tutto il mondo indosserà” e tuttora considerato “ il non plus ultra dell’eleganza garbata”, must have e cardine del guardaroba di ogni donna.

Il “little black dress”, icona del nostro tempo
Il “little black dress”, nato con l’intento di Coco Chanel di cambiare l’idea di femminilità, racchiusa e strizzata in uno stereotipo di pizzi, merletti e corsetti, è diventato un’icona del nostro tempo, una vera e propria espressione della modernità. In Colazione da Tiffany, il film che rese famosa Audrey Hepburn, l’attrice protagonista, che interpreta una ragazza attratta da una vita agiata e al di sopra delle sue possibilità, indossa un abito nero di Givenchy diventato simbolo del lusso e battuto all’asta da Christie’ s nel 2006 per 923.187 dollari.

L’evoluzione del nero
Dallo chic di Chanel al glamour di Givenchy, all’ultra sexy di Azzedine Alaïa il nero ha subito un’evoluzione lungo tutto il corso del Novecento. L’ “ossessione” per il nero di Alaïa ha toccato l’apice quando lo stilista chiese a tutti i 1186 invitati ad una delle sue sfilate ( tra i quali anche Andy Wharol) di vestirsi completamente di nero. Cosa che fecero tutti, Wharol compreso. Il cosiddetto “nero morbido” con un tocco di Charcoal Grey è stato il colore della cosiddetta rivoluzione giapponese a Parigi, messa in atto da stilisti come Issey Miyake, Yohi Yamamoto e Rei Kawakubo che, attraverso estetiche differenti, hanno smantellato tutte le idee preconcette sullo stile orientale ispirandosi “ ai saldi principi del design giapponese”. A Donna Karan va il merito di aver fatto di New York una delle capitali della moda e di aver introdotto il nero nel guardaroba delle donne newyorkesi, facendosi portatrice di uno stile pratico, destinato a donne lavoratrici e cosmopolite. E noi cosa pensiamo del nero? Tutto il bene possibile: è pratico, elegante, sportivo e raffinato. Praticamente perfetto.

M. Giovanna Massironi