L'artista con una sua operaL'artista con una sua opera

Ossessivo – L'incontro con gli alieni è fissato all'ora di pranzo. L'appuntamento è per domenica, alle 13.20, orario solito in cui va in onda la trasmissione girovaga di Philippe Daverio. Una data da segnarsi sull'agenda, anche per chi non fosse un habitué della divagazioni culturali del critico. Perchè questa è la puntata che va a insinuarsi da vicino, da dentro, nell'opera di uno dei nostri migliori fotografi,  appartato quanto ad esibizione di sé, che da tempo sta squadernando ancora in gran parte all'oscuro di tutti un lavoro elegante, vertiginoso, quasi ossessivo.

Il visionario – E' De simmetria cerebri, un ciclo lungo di Vincent Berg. A Besozzo, dove ha il suo studio, Daverio aveva fatto tappa negli ultimi giorni di maggio. Di quel lavoro, preziose stampe digitali che enfatizzano il concetto dell'object trouvé in natura, che ingigantiscono le possibilità visionarie della fotografia digitale e suggeriscono un mondo di creature gotiche, di fascinazioni pittoriche, sottese alla connaturata eleganza di un fotografo abituato a giocare sul filo del design, Daverio ha scavato quanto è possibile per poi restituirle in pochi minuti di resa televisiva, in un ardito fil rouge che lega questo lavoro a Jannis Kounellis e ad un altro grande della contemporaneità, il belga Ian Fabre.

Nei propri fantasmi – Un lavoro nato per caso, come spesso accade, in un momento di faticosa ricerca, sbloccatosi d'un tratto per quelle folgoranti intuizioni che poi inducono improvvisamente ad un altro modo di guardare. Un mondo che dalla concretezza della natura, diventa una sorta di lungo viaggio dentro di sé, all'inseguimento dei propri incubi e dei propri fantasmi. Un lavoro che 'scotta', per il fotografo originario del Congo Belga: per la sua fascinosa originalità, per la sua invasiva potenza visiva.