Un'opera di PetazziUn'opera di Petazzi

Le potenzialità – Le possibili critiche avanzate sono state mosse esclusivamente da persone che credono fortemente nelle potenzialità di una città come Busto Arsizio. Nell'articolo a cui si fa riferimento "Elio Petazzi: Palazzo Cicogna torna a vivere" l'intento era proprio quello di auspicare una frequenza continuativa della sede museale, che può essere garantita sicuramente attraverso mostre di un certo livello artistico, come quella in corso. Nell'articolo non abbiamo mancato di ricordare le grandi mostre che hanno avuto un successo enorme, come appunto quella di Arturo Tosi (2006).

Senza fare questioni personali – Non volevamo entrare nel merito dell'attività del Museo del Tessile o della Biblioteca Comunale, ma solo delle iniziative aventi sede presso Palazzo Marliani Cicogna. Né era nostra intenzione mettere in dubbio l'elevato livello raggiunto dai laboratori a carattere scientifico condotti presso il Museo del Tessile, in quanto, lo ripetiamo, l'articolo si riferiva esclusivamente all'attività delle Civiche Raccolte d'Arte. Progetto Est – Educare alla Scienza e alla Tecnologia – è stato sicuramente un fiore all'occhiello per la crescita della didattica museale e preziosissima è stata la collaborazione con l'AICTC, che ha permesso la realizzazione di tale progetto in tutti i suoi tre anni di sviluppo. Ribadiamo inoltre che non è nostro scopo mirare il dito contro gli Assessori, come anche l'articolo infatti recitava: "che tutto ciò sia avvenuto sotto questo o quell'assessore non è l'oggetto di questa riflessione".

Segnalazioni – Continuiamo però a sostenere che alcune delle mostra allestite nell'ultimo anno (2007/08) hanno avuto un taglio perlopiù didattico, come "Arte e storia nei Cimiteri di Busto Arsizio", il cui argomento indubbiamente affascinante è stato esposto attraverso pannelli descrittivi e in cui il contatto con l'opera d'arte veniva sacrificato. E lo stesso si può dire per la Rassegna sulla storia del Monachesimo benedettino o per l'esposizione sull'esperienza umana del vedere. Che se hanno avuto il merito di aprire il museo a diversi campi del sapere, dall'altra parte hanno rinunciato a portare avanti la vocazione artistica con cui nasce il museo. Non abbiamo neppure affermato che le scuole non abbiano partecipato, ma anzi, abbiamo sottolineato il loro interessamento sempre vigile. Quindi che ci sia richiesta di visite guidate per i gruppi scolastici non è stato messo in discussione, ma quello che si segnalava era la mancanza di laboratori didattici soprattutto nei periodi in cui, proprio in assenza di mostre, si sarebbe potuto animare la sede museale, valorizzando la collezione permanente.

Apriamo un dialogo – Critiche o suggerimenti, le nostre, da sostenitori di un'idea di Arte e di Cultura che sia tutt'uno con la vita di una città, secondo quanto la museologia ci ha insegnato già da decenni, sostenendo la tesi del museo vivente e del museo come scuola. Siamo quindi assolutamente d'accordo con l'Assessore nel concepire il museo come "centro promotore della cultura, nel senso più ampio della parola", ma come egli stesso afferma crediamo che questa, in un museo a contenuto artistico, sia inscindibile dalla contemplazione del bello e quindi avvenga a contatto diretto con le opere d'arte, siano esse quadri, fotografie, sculture. Come storici dell'arte non possiamo che auspicare il più alto livello possibile di cultura artistica, come tra l'altro si è fatto nel segnalare la mostra di Elio Petazzi. Tra esigenze ideali e il pragmatismo dell'attività amministrativa, c'è un margine per aprire un dibattito sul tema. Ben venga quindi la replica dell'Assessore Claudio Fantinati che permette di creare davvero un dialogo aperto e costruttivo sul ruolo del museo al giorno d'oggi.