Milano – La pregnanza strutturale di “Australia. Storie degli antipodi” a cura di Emilio Viola, si fonda sull’estremità di distanze geografiche e culturali mutuando confronti – contrasti tra tradizione e consumismo, tra patrimonio aborigeno e multiculturalità proveniente dall’Europa, dai paesi asiatici e dalle Americhe.
I trentadue artisti australiani presenti in mostra, emergenti e affermati, compongono un ventaglio generazionale tale da potere essere desunto dalla peculiarità delle distinte tematiche messe in atto nei singoli lavori, non disgiunte da alcuni interventi site – specifici ideati appositamente per l’esposizione.
Il prestigio di “Australia. Storie degli Antipodi” consiste inoltre nell’essere il più importante riconoscimento sull’arte australiana mai realizzato al di fuori del continente in quanto comprende corali prospettive culturali, politiche e sociali.
A definire la misura degli antipodi concorre l’opera di Nyapanyapa Yunupingu, unica artista appartenuta a una remota comunità aborigena il cui lavoro parte da una struttura totemica ancestrale realizzata con l’uso di materiali sintetici.
Di quanto l’orda consumistica invada e contamini la verginità di luoghi secolari attraverso l’abbandono di oggetti non riciclabili si fa carico l’installazione di Fiona Hall con espliciti riferimenti che arrivano a contemplare l’idea di genocidio ambientale.
A tale proposito appare salvifica l’opera di Tony Albert fondata sul recupero e sulla dinamiche artigianali di singole individualità che accostate le une alle altre tendono a dare linfa a una rigenerante e armoniosa coralità.

Milano – P.A.C. – Via Palestro 14.
Fino al 9 febbraio 2020.
Orari: martedì – domenica 9.30-19.30.
Biglietti: intero Euro 8,00; ridotto Euro 6,50

Mauro Bianchini