"Spero che la mia ricerca possa fare sentire un'eco persa di ancestralità profonda. Mi piace pensare che il mio racconto possa essere visto da un'angolazione squisitamente femminile, ma visto da una femminilità altra, una femminilità che è stata dimenticata, che è quella della madre, quella dove la donna è contenente e contenitore degli affetti del futuro, poiché il corpo femminile è stato costruito per contenere la vita. Ma la vita non passa solo per la crescita fisiologica, quindi gli archetipi che racconto sono passaggi dello sviluppo psicologico femminile attraverso le tappe che fanno appello alla cultura classica, semplicemente perché io provengo dall'ombelico del mediterraneo che è la Calabria, di conseguenza la mia memoria fa appello a quel tipo di cultura".

Così, da noi intervistata, definisce il suo lavoro Stefania Pennacchio (Varese 1969), le cui opere sono in mostra presso la Galleria Artespressione a Milano con il titolo "Invitation" a cura di Matteo Pacini.

Stefania Pennacchio opera coniugando tra loro più elementi quali ceramica, argilla e ferro, al fine di comporre forme dove il richiamo alla Madre Terra è in più occasioni accompagnato da sue poesie.

Tenacia e armonia esecutiva rimandano ad una manualità capace di elaborare equilibri fra pieno e vuoto, fra la capacità di contenere e l'involucro atto a tale funzione.
Nelle opere di Stefania Pennacchio v'è insita la poetica dell'accoglienza e della protezione, ma compaiono anche tracce laceranti percorse da chiodi e cuciture in ferro, simbolo dello strappo e del tormento che una madre affronta nel momento in cui dona la vita e più avanti quando è lasciata dai figli che ha generato affinché questi intraprendano il proprio cammino nel mondo.

Stefania Pennacchio – "Invitation"
Milano-Galleria Artespressione, Via della Palla 3
Fino all'8 marzo
Orario: da martedì a sabato dalle 12.00 alle 20.00